Tempesta di spade. Le cronache del ghiaccio e del fuoco by George R.R. Martin

Tempesta di spade. Le cronache del ghiaccio e del fuoco by George R.R. Martin

autore:George R.R. Martin [Martin, George R.R.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy, General, Fiction
editore: Mondadori
pubblicato: 2002-04-14T22:00:00+00:00


Ser Jorah Mormont tornò un'ora più tardi, accompagnato dai tre capitani

dei Corvi della Tempesta. Tutti portavano piume nere sugli elmi lucidati, e

tutti dichiararono di essere pari in onore e in autorità. Dany li studiò, mentre Irri e Jhiqui versavano il vino. Prendahl na Ghezn era un ghiscariano di

corporatura massiccia, dalla faccia larga e capelli scuri che stavano diventando grigi. Sallor il Baldo, con una cicatrice contorta che gli solcava una

guancia, aveva la carnagione pallida tipica di Qarth. Quanto a Daario Naharis, il terzo capitano di ventura, era follemente eccentrico perfino per un

tyroshi. La sua barba era tagliata a tre cuspidi e tinta di blu, lo stesso colore dei suoi occhi e dei riccioli che gli ricadevano sul collo. Portava baffi

appuntiti dipinti in tinta dorata. I suoi abiti erano di tutte le sfumature del

giallo. Sbuffi di merletto di Myr gli uscivano dal colletto e dalle maniche.

Sul farsetto portava cuciti medaglioni di bronzo a forma di dente di leone e

ricami dorati davano la scalata ai suoi stivali di cuoio alti fino alla coscia.

Nel cinturone di anelli istoriati teneva infilati guanti di morbido camoscio

giallo, e le sue unghie erano smaltate di blu.

Fu Prendahl na Ghezn a parlare a nome di tutti e tre i mercenari. «Farai

meglio a portare altrove la tua pletora di straccioni» esordì. «Astapor l'hai

presa con l'inganno, ma Yunkai non cadrà altrettanto facilmente.»

«Cinquecento Corvi della Tempesta contro diecimila dei miei Immacolati» ribatté Dany. «Sono solo una giovane ragazza e non comprendo le vie

della guerra, eppure questa mi sembra una battaglia persa in partenza per

voi.»

«I Corvi della Tempesta non si ergono da soli» disse Prendahl.

«I Corvi della Tempesta non si ergono affatto. Volano via, infatti, al

primo accenno di tuono. E forse voi dovreste volare via adesso. Si dice che

i mercenari sono notoriamente di scarsa fedeltà. A che cosa vi servirà tenere il campo, quando i Secondi Figli passeranno dall'altra parte?»

«Questo non accadrà» insistette Prendahl, senza cedere. «E se anche

succedesse, non avrebbe importanza. I Secondi Figli non sono niente. Noi

combattiamo al fianco degli uomini della fortezza di Yunkai.»

«Voi combattete al fianco di ragazzini da letto muniti di picche.» Nel

voltare la testa, le due campanelle nella treccia argentea di Daenerys tintinnarono minacciosamente. «E non pensate nemmeno di chiedere asilo

una volta che la battaglia avrà avuto inizio. Invece unitevi a me adesso, e

non solo potrete tenere tutto l'oro che Yunkai vi ha pagato ma anche assicurarvi anche la vostra parte della razzia, con ricompense ancora maggiori

una volta che avrò riconquistato il mio regno. Combattete per i Saggi Padroni, e la vostra ricompensa sarà la morte. Pensate veramente che Yunkai

vi aprirà le porte quando vedrà i miei Immacolati farvi a pezzi sotto le sue

mura?»

«Donna, tu scoreggi aria come un buco del culo, e sei altrettanto convincente.»

« Donna?» Dany ridacchiò. «Devo prendere questa parola come un insulto? Che restituirei... se tu fossi un uomo, Prendahl.» Sostenne lo sguardo

del mercenario. «Io sono Daenerys nata dalla tempesta, della nobile Casa

Targaryen, la Non-bruciata, Madre dei draghi, khaleesi dei cavalieri di

Drogo, e regina dei Sette Regni dell'Occidente.»

«Quello che tu sei» ribatté Prendahl na Ghezn «è la puttana di un barbaro a cavallo.



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