Tempi profetici by Maurizio Viroli

Tempi profetici by Maurizio Viroli

autore:Maurizio Viroli [Viroli, Maurizio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia e Società
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2021-07-15T00:00:00+00:00


1 Sulla persistenza della profezia vedi Adriano Prosperi, L’eresia del Libro Grande: storia di Giorgio Siculo e della sua setta, Milano, Feltrinelli, 2011, p. 234. Prosperi ritiene che Ottavia Niccoli non abbia ragione quando sostiene che lo spirito profetico si esaurì attorno al 1530: ivi, p. 440, nota 33.

2 Antonio Brucioli, Della Republica dialogo quinto, in Dialogi, Gregorio de Gregori, Venezia 1526, cit., p. xxixv.

3 Antonio Brucioli, Della legge della republica dialogo sesto, in Dialogi, cit., p. xlviir; vedi anche Aldo Landi, Nota critica, in Antonio Brucioli, Dialogi, a cura di Aldo Landi, Prismi Editrice-The Newberry Library, Napoli-Chicago 1982, p. 563, e Carlo Dionisotti, La testimonianza del Brucioli, in Id., Machiavellerie, Einaudi, Torino 1980, p. 204.

4 Antonio Brucioli, Dialogo nono dello intelletto, in Dialogi, Giovannantonio e i fratelli da Sabbio, Venezia 1528, vol. I, p. 85r. Sugli angeli vedi Gli angeli custodi: storia e figure dell’amico vero, a cura di Carlo Ossola, Silvia Ciliberti e Giacomo Jori, Einaudi, Torino 2004.

5 Antonio Brucioli, Dialogo nono dello intelletto, cit., p. 86v.

6 Ivi, p. 89v.

7 Ivi, pp. 156v-157r.

8 «Dal propheta viene la prophetia, la quale niente altro è, che una precognitione delle cose, che debbono venire fermate con immobile verità sopra le forza della cognitiva virtù, che per le discipline, et scientie conosce, come per la cognitione divina immediata, o come per la cognitione divina havuta per la natura angelica, perche [sic] essendo quello propheta, che conosce quelle cose, che sono sopra lo intendimento nostro, queste tali non sieno se non le cose secrete di Iddio, onde è necessario che la mente del propheta si elevi, acciò che queste cose divine, et segrete conosca, ma perche [sic] quello, che conosce non conosce mai se per alcuna ragione conoscibile non si copula à [sic] quella cosa per la quale egli conosce, è necessario, che la mente del propheta, quando la sia elevata con qualche ragione si copuli alla divina mente, onde, conciosiacosa, che prophetia (come si è detto), sia una cognitione di quele cose che avanzano la fede, et cognitione nostra, ella non può essere potentia naturale, perché se cosi fusse non sarebbe la prophetia sopra il comprendere, et vedere nostro»: ivi, p. 62v.

9 Ivi, p. 163r.

10 Ivi, p. 163v.

11 Ivi, pp. 164r-165v.

12 «E si fa uno con Iddio per una certa deiformità, e connessione, e unione sopradivina, per la quale le pie menti, illuminate da quel supremo razo, sono inserte con Iddio, e vivacemente e singularmente se gli congiungono, perché come il ferro affocato in un certo modo si fa una cosa medesima con il fuoco, che lo accende e include in modo che di già non appare più ferro, advegna che secondo la sustantia ferro resti, [...], così le sincere Menti, le quali degna Iddio fare partecipi della sua illustratione, per esso divino Lume trapassano in Dio, per una certa conformità et assimigliatione, accioché strettissimamente se gli congiunghino, e diventino uno con quello non per sustantia, ma per ispecie. Ma



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