Tereba Tere - 2012 - Il gangster by Tereba Tere

autore:Tereba Tere
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Social Science, Crime, Fiction, Criminals & Outlaws, Historical, Biography & Autobiography, General, Criminology
ISBN: 9788854153509
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2013-02-20T23:00:00+00:00

Capitolo 15

Morte e tasse

Sam Rummel era uno spietato uomo d'affari.

Mickey Cohen.

Sebbene il confronto con i senatori fosse terminato, le fatiche personali di Cohen si intensificarono, e due incidenti danneggiarono gravemente le sue imprese. Abraham Davidian, il pusher di San Francisco che era stato arrestato per spaccio di droga, era diventato un informatore della polizia. (nota 1). Joe e Fred Sica, soci di lunga data di Cohen, e tredici presunti complici erano stati accusati di spaccio di stupefacenti su vasta scala. Nonostante fosse sotto stretta sorveglianza, Davidian fu ammazzato il giorno prima del processo.

La favolosa starlet bionda Barbara Payton, sugli schermi cinematografici con James Cagney nel film Non ci sarà domani, era finita in prima pagina per aver fornito l'alibi all'indiziato per il massacro di Davidian. (nota 2). Il caso svanì nel nulla. I Sica passarono ad altro, e Mickey Cohen non fu mai implicato. Ma il giro della droga, che fruttava milioni di dollari, fu decimato.

Fonte di grandi preoccupazioni fu l'indagine in corso sulla Guarantee Finance, un grosso sindacato che garantiva prestiti ai bookmaker, operativo nel territorio della contea, che era stato chiuso dalle autorità statali all'inizio del 1949. (nota 3). Documenti “confidenziali” svelavano due entrate misteriose, e non giustificate, a nome del contabile Harry Sackman, per un totale di 232.970 dollari. Le autorità bollarono i fondi come «spremute»: bustarelle per le autorità.

Sebbene fosse necessario l'imprimatur di Mickey per le attività della Guarantee Finance, il gangster non fu implicato nel caso; invece furono incriminate molte persone a lui vicine.

A un congresso anticrimine dei sindaci a Washington, il sindaco di Los Angeles Fletcher Bowron negò che Mickey Cohen fosse il re della malavita della sua città, liquidandolo come un «teppistello poco raccomandabile» e «robetta di poco conto». (nota 4. Sebbene operasse nel suo territorio, il sindaco non si ritenne responsabile per le malefatte del celebre gangster di Hollywood, e dichiarò che aveva agito soltanto al di fuori della città, nella contea di Los Angeles.

Gli insulti del sindaco Bowron erano proprio ciò che si aspettava Mickey. «Non m'importa se qualcuno che appoggiavo si è messo contro di me: è proprio quello che avevamo previsto». Poi aggiunse: «Non ci sono altri modi di agire, se capisci come funziona la politica». (nota 5).

Mentre l'impero di Mickey sembrava sul punto di crollare, Los Angeles era piena di gangster e faccendieri della costa est assetati di sangue. Sidney Korshak, il potente avvocato del lavoro di Chicago che aveva legami stretti con la squadra di Capone, ora viveva a Los Angeles. A quanto si diceva in giro, l'influente avvocato aveva denunciato Cohen agli agenti federali. «Mickey stava diventando una vera rottura di palle per tutti: si metteva a giocare d'azzardo con i dadi, soltanto per rapinare i giocatori», rivelò una fonte a Gus Russo, autore di Supermob, la biografia di Korshak. Anche il gangster Flippy Sherer si trovava a Los Angeles: curava gli interessi della mafia di Kid Cann di Minneapolis. (nota 6). E c'erano anche le prove che Guy McAfee, il vecchio re del racket di

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