The Irishman by Charles Brandt

The Irishman by Charles Brandt

autore:Charles Brandt
Format: epub


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Come una tigre in gabbia

DA “DOMANDE E RISPOSTE SUGLI ISTITUTI CORREZIONALI FEDERALI”:

DOMANDA 41: Come posso seguire i miei affari mentre sono detenuto?

RISPOSTA: Devi incaricare qualcuno che possa gestire i tuoi affari nel periodo della tua detenzione.

Jimmy Hoffa viveva in base alle proprie regole e avrebbe trovato presto la propria risposta alla Domanda 41.

L’Istituto Correzionale Federale di Lewisburg, in Pennsylvania, dove entrò il 7 marzo 1967, è stato descritto in modo spassoso nel film Quei bravi ragazzi come un luogo in cui ai mafiosi italoamericani era concesso di vivere con tutti i comfort, con la possibilità di cucinare i propri pasti, con una riserva infinita di cibarie caserecce, di buon vino e di sigari di marca. Il loro motto era «Ora mangiamo». In un posto come quello Jimmy Hoffa non deve avere avuto difficoltà a imparare come girava il vento e a studiare il modo più efficiente di tirare le fila che dagli ondulati terreni agricoli della Pennsylvania raggiungevano il suo regime di burattini e il nuovo vicepresidente generale Frank Fitzsimmons, come anche le fila che superavano Fitzsimmons per raggiungere i suoi collaboratori più stretti e selezionati al “Palazzo di marmo”, il quartier generale dei Teamsters a Washington.

Il regolamento carcerario prevedeva un totale di tre ore di visita al mese, esclusi i legali. Le visite erano ammesse solo per i familiari. Ai detenuti non era concesso telefonare. Potevano scrivere solo a sette persone, tra familiari e avvocati. Tutte le lettere scritte e ricevute erano sottoposte a censura. Jimmy Hoffa non poteva ricevere visite né lettere dai rappresentanti sindacali. Non vi erano limiti alle visite degli avvocati che lavoravano su un caso in corso. Il figlio di Hoffa era uno degli avvocati del sindacato, quindi non era sottoposto alle limitazioni dell’elenco dei familiari; poteva incontrare suo padre anche una volta a settimana.

Anche se gli appelli per il caso di corruzione della giuria si erano ormai esauriti, gli appelli alla condanna di Chicago erano ancora pendenti, quando Jimmy Hoffa fu ammesso a Lewisburg, dove fu spidocchiato e fotografato, gli furono rilevate le impronte digitali e gli venne data l’uniforme di denim blu. Inoltre, dopo due anni e mezzo, nel novembre del 1969, avrebbe avuto diritto a un’udienza per la concessione della libertà sulla parola. Tutta questa attività legale significava che poteva ricevere una gran quantità di avvocati. Tra questi c’era anche Frank Ragano, che andava a trovarlo, si consultava con lui e riferiva i reciproci messaggi tra Hoffa e i vari personaggi del sindacato e della mafia. L’avvocato Morris Shenker assisteva Hoffa nella strategia per ottenere la libertà sulla parola e per un’altra questione: le delicate strategie necessarie a garantire una possibile grazia presidenziale dall’amministrazione, che più tardi si sarebbe rivelata corrotta, del presidente Richard M. Nixon. Anche Bill Bufalino visitava regolarmente Hoffa nel suo ruolo di avvocato e consulente.

Le rigide restrizioni sulle visite ai carcerati valevano per i detenuti privi delle risorse finanziarie, delle squadre di avvocati e del potere di Jimmy Hoffa. Molti giovani non avevano familiari in grado di affrontare un viaggio in Pennsylvania.



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