The Prydain Chronicles Book Three: The Castle of Llyr (The Chronicles of Prydain) by Lloyd Alexander

The Prydain Chronicles Book Three: The Castle of Llyr (The Chronicles of Prydain) by Lloyd Alexander

autore:Lloyd Alexander [Alexander, Lloyd]
La lingua: eng
Format: epub
ISBN: 9780807223901
Amazon: 0807223905
editore: Listening Library
pubblicato: 2004-08-24T00:00:00+00:00


CAPITOLO UNDICESIMO

IL RE DELLE PIETRE

Gurgi si gettò a terra, si coprì la testa con le mani e prese a gemere pietosamente mentre la creatura mostruosa sollevava una gamba lunga e magra e cominciava ad alzarsi in piedi. Era almeno tre volte più alta di Taran, con lunghe braccia che penzolavano al di sotto di un paio di ossute ginocchia coperte di muschio. Si avvicinò ai compagni con passo incerto.

«Glew!» annaspò Taran. «Ma ero certo…»

«Non può essere!» sussurrò Fflewddur. «Impossibile! Non può trattarsi del piccolo Glew! Se è davvero lui, certo lo avevo immaginato in maniera sbagliata.»

«Tremate!» gridò ancora la voce tremolante. «Voi tremerete!»

«Grande Belin!» borbottò il bardo, che effettivamente stava tremando al punto che la spada per poco non gli cadde di mano. «Non c’è bisogno che tu me lo dica!»

Il gigante si chinò, riparò gli occhi pallidi dalla luce della sfera e sbirciò i compagni.

«State tremando davvero?» chiese, con voce ansiosa. «Non lo fate solo per compiacenza?»

Nel frattempo, Gurgi si era azzardato a sollevare le mani dalla faccia, ma la vista della creatura che torreggiava su di lui lo indusse a rimetterle subito dov’erano e lo fece ululare più forte. Il Principe Rhun, tuttavia, dopo essersi ripreso dal trauma iniziale, prese a studiare il gigante con enorme interesse.

«Dico, questa è la prima volta che vedo qualcuno con i funghi che gli crescono nella barba» osservò. «Lo avrà fatto di proposito, oppure sarà successo per caso?»

«Se questo è il Glew che conosciamo noi» aggiunse il bardo, «è molto cambiato.»

Gli occhi pallidi del gigante si allargarono e quello che su una faccia normale sarebbe stato un sorriso, si trasformò in un sogghigno più lungo del braccio di Taran. Sbattendo le palpebre, Glew si chinò maggiormente.

«Allora avete sentito parlare di me?» chiese con ansia.

«Proprio così» intervenne Rhun. «È stupefacente. Noi credevamo che Llyan…»

«Principe Rhun!» lo ammonì Taran.

Per il momento, Glew non sembrava intenzionato a far loro del male, anzi, visibilmente soddisfatto per la costernazione destata nei compagni dalla sua comparsa, li stava osservando con un’espressione compiaciuta re-sa ancora più intensa dalle sue dimensioni. Fino a che non ne avessero saputo di più sul conto di quella strana creatura, comunque, Taran ritenne più saggio non parlare della loro ricerca.

«Llyan?» si affrettò a chiedere Glew. «Cosa ne sai tu di Llyan?»

Dato che Rhun aveva già parlato, Taran non ebbe altra scelta se non ammettere che lui ed i suoi compagni si erano imbattuti nella capanna di Glew, e, svelando solo lo stretto indispensabile, spiegò come avessero trovato le sue ricette per le pozioni. Taran non era sicuro di come il gigante avrebbe reagito nell’apprendere che degli sconosciuti avevano frugato fra le sue cose, ma, con suo grande sollievo, Glew parve più interessato alla sorte del gatto selvatico che al loro atto d’indiscrezione.

«Oh, Llyan!» gridò. «Se solo fosse qui! Se ci fosse qualcuno, chiunque, a farmi compagnia!» Con quelle parole, sprofondò il volto fra le mani e fe-ce echeggiare la volta della caverna con i suoi singhiozzi.

«Via, via» lo consolò Fflewddur. «Non te la prendere così.



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