The Way of the Kings by André Malraux

The Way of the Kings by André Malraux

autore:André Malraux [Malraux, André]
La lingua: eng
Format: azw3
Tags: Fiction
ISBN: 9781843914068
editore: Hesperus Press
pubblicato: 2005-06-02T00:00:00+00:00


Parte terza .

1 .

Quella dissidenza semiselvaggia era altrettanto infida, altrettanto minacciosa della foresta. Al villaggio dei cambi di posta, più imputridito ancora dei templi, gli ultimi cambogiani, terrorizzati, avevano eluso tutte le domande sui villaggi, sui capi, su Grabot…

(Pareva tuttavia che in passato avessero sentito parlare di Perken.) Nulla più che ricordasse la voluttuosa indolenza del Laos e della Cambogia inferiore: la selvatichezza col suo odore di carne umana.

Finalmente, in cambio delle due bottiglie d’alcool europeo, i messaggeri avevano annunciato che il passaggio e una guida erano stati concessi.

Restava a sapere da chi; ma, da quando salivano verso il centro stieng, una più grave inquietudine pesava su di loro. Perken aveva fatto fermare Claude dandogli un pugno sul braccio: «Guardate ai vostri piedi. Senza muovervi.» A cinque centimetri dal suo piede destro spuntavano dal terreno due pezzi di bambù biforcuti ed estremamente appuntiti .

Perken tese un dito .

«Che c’è ancora?» L’altro fischiava tra i denti, senza rispondere; getto davanti a sé la sigaretta. Questa, dopo una curva scarlatta nell’aria verdastra fatta più densa dal crepuscolo, raggiunse il suolo: accanto ad essa, altre due punte .

«Cosa son questi scherzi?» «Le piccole lance di guerra.» Claude guardava il Moj che li attendeva - avevan cambiato di guida al villaggio

- appoggiato alla sua balestra .

«Non avrebbe dovuto avvertirci, quello là?» «Andiamo male…»

Ripresero la marcia, strascicando i piedi a fior di terra, dietro la chiazza giallastra della guida di cui Claude non vedeva ormai altro che il perizoma d’una sporcizia atroce: né del tutto animale, né del tutto umano. Ogni volta che il piede, invece di raschiare il suolo, doveva sollevarsi - ceppi, tronchi - i muscoli della gamba si contraevano, per tema d’un passo troppo rapido; legato da essi al pericolo, Claude si sentiva ridotto a vivere come un cieco. Ai suoi occhi, pressoché inutili qualunque sforzo facesse, si sostituiva l’odorato che andavano a colpire, angosciosi, sbuffi d’aria calda impregnati d’odor di terriccio: come scorgere le lance, se le foglie marce invadevano il sentiero? Egli tentava di sfuggire alla prudenza di quella marcia, ma i suoi polpacci contratti eran più forti del suo cervello .

«E i nostri buoi, Perken? Se ne muore uno…» «Non c’è gran pericolo: sentono le punte assai meglio di noi.» Salire nelle carrette, che venivan dietro sotto la sola direzione di Xa? Sarebbe stato un precludersi ogni possibilità di difesa, in caso d’attacco…

Attraversarono il letto a secco d’un fiume, riposante come una fermata con i suoi ciottoli che non potevano nasconder nulla: a pochi metri tre Moj, in piedi l’uno più su dell’altro sulla scarpata d’argilla, li guardavano, fermi in un’immobilità inumana come se non provenisse da loro stessi, ma dal silenzio .

«Se la faccenda si mette male, avremo anche nemici alle spalle.» I tre selvaggi li seguivano con lo sguardo, sempre immobili: uno solo aveva una balestra. Il viottolo s’era fatto meno buio, gli alberi più sparsi: bisognava sempre badar bene ai piedi, ma l’ossessione diminuiva.

Finalmente la luce delle radure apparve in fondo al sentiero .

La guida si fermò davanti a certe liane sottili di canna d’India tese ad altezza del collo, e le fece cadere.



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