Ti racconto i campioni della Juventus by Antonio Cabrini

autore:Antonio Cabrini
La lingua: ita
Format: epub
editore: Gribaudo

GIANNI AGNELLI

L´Avvocato

Se penso all’Avvocato, l’immagine che compare nitida nella mia mente è quella del suo elicottero. Lo vedevo atterrare nell’enorme parco di Villar Perosa, prima di ogni partita casalinga della Juventus. Appena aveva la possibilità voleva salutare la squadra, che lo attendeva schierata. Vederci, capire come era l’atmosfera. Forse per farsi un’idea, già la mattina, su come sarebbe andata la partita della domenica pomeriggio, la giornata che lui consacrava alla squadra, forse la “creatura” che amava di più. Sicuramente quella che gli faceva dimenticare le pressioni legate al fatto di essere uno dei più grandi imprenditori del mondo. E non solo voleva incontrarci “a casa”, ma arrivava addirittura negli spogliatoi, a pochi minuti dal fischio d’inizio, per dare un’ultima controllata prima di salire in tribuna. Dove rimaneva, ma non per tutta la partita.

E se non era in elicottero, sentivamo i 12 cilindri della sua Ferrari a chilometri di distanza. Un rombo inconfondibile che anticipava il suo arrivo, che di solito si concretizzava nel giro di pochi secondi. Apriva la portiera e usciva dal bolide rosso fiammante. Ci raggiungeva e scambiava due parole con tutti. L’unico con cui si intratteneva più a lungo, prendendolo a braccetto, era Platini, che amava coccolare lanciandogli ogni tanto delle frecciatine sarcastiche. Lo aveva voluto personalmente e per lui, caso più unico che raro, si era recato a Parigi, al Parco dei Principi, per incontrarlo dopo una partita della Nazionale francese; e sempre Platini era il destinatario principale delle famose telefonate all’alba. L’Avvocato si svegliava prestissimo e alle sei chiamava Michel per sapere come stesse e scambiare due chiacchiere. Ricordo che un giorno, in allenamento, Platini arrivò con due occhiaie così. «Che è successo, Michel?» «L’Avvocato…» rispose. «Ma stavolta gli ho chiesto se è possibile posticipare un attimo, visto che alle nove devo essere in campo.» Dubito che Agnelli abbia acconsentito alla richiesta, anche se Michel ha sempre detto che da quel momento il telefono ha cominciato a squillare più tardi…

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