Tra seduzione e ispirazione: l’uomo by Jean Laplanche

autore:Jean Laplanche [Laplanche, Jean]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis
pubblicato: 2019-01-15T00:00:00+00:00

Mi piacerebbe ricordare, per contestarne gli stessi termini, una parte del tema di questo numero:1 «Lo si può deplorare o si può rallegrarsene… ma resta il problema ricorrente della trasmissione della psicoanalisi attraverso le vie universitarie».

«Contestare», perché – surrettiziamente, e prima ancora di esaminare la «via universitaria» – è proprio la nozione di trasmissione che è postulata come oggetto di una sorta di consenso, come modo specifico di comunicazione delle verità e del sapere psicoanalitici.

Le mie riserve rispetto alla trasmissione non sono di oggi. Ma sono confortate da un incidente recente, cocente, nel quale «l’esempio è la cosa stessa»; avevo fornito come titolo per questa comunicazione: «La psicoanalisi nella comunità scientifica». Orbene, come se un tale titolo fosse semplicemente inaudibile, come se fosse inconcepibile che la psicoanalisi faccia parte dell’universo scientifico, ecco che la mia comunicazione mi ritorna, stampata nel programma, con il titolo: «La psicoanalisi e la comunità scientifica».

La nozione di trasmissione, con il suo equivalente tedesco più corretto,Übermittlung, non è quasi presente in Freud. Il termine Übertragung, che potrebbe essere invocato in questo senso, è riservato, come si sa, per un’altra cosa: il transfert. Da dove viene questo termine di «trasmissione», almeno nella psicoanalisi francese? A mio avviso da una doppia deriva, da considerare indebita: la pratica troppo volentieri trasmissiva ed abusiva legata alla «psicoanalisi didattica» (questo mostro in terminis); e la ricaduta di questa concezione della psicoanalisi del futuro analista sull’insieme della comunicazione analitica.

La psicoanalisi cosiddetta «didattica», quale che sia la cornice istituzionale e ideologica che la garantisce, è una psicoanalisi finalizzata – «su ordinazione» – e per ciò stesso aperta ad una funzionalità (che è il contrario stesso dell’analisi). Ho insistito sulla sua funzione di potere, di indottrinamento, di affiliazione. Non ho smesso – insieme ad altri, in fin dei conti poco numerosi – di denunciarla. Agghindarla talvolta con nomi più nobili come «trasmissione» o «filiazione» non cambia niente a ciò ch’essa si propone, né a ciò cui conduce.2

Da dove ci deriva a sua volta il termine di «filiazione»? È recente in analisi, e certamente ancora meno freudiano di quello di trasmissione. Anche se Freud, in più di un’occasione, cade nella propensione alla paternità con i suoi allievi e/o analizzati. Ma il campo della trasmissione-indottrinamento in analisi è ormai diventato tra i più ampi. Basta ricevere i postulanti ad una seconda analisi per percepire questo rifilamento, nascosto o palese, di una dottrina analitica o di un’altra: qualcuno parlerà rapidamente di superamento della posizione depressiva, qualcun altro di assunzione della castrazione e della legge, un altro ancora proporrà una ideologia della maturazione etc. Ritornerò su questi aspetti ideologici del pensiero psicoanalitico.

Ma proseguirò un attimo sulla coalescenza che si è stabilita tra l’insegnamento e l’analisi personale. Ne è caratteristico il termine «miei allievi» per indicare i propri analizzati. Il fatto che Lacan sia stato un grande promotore su questo punto – per l’intreccio che ha alimentato tra analisi e seminario – non impedisce che la cosa sia esistita ed esista prima di lui, contemporaneamente a lui e dopo di lui.

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