Traditi e traditori by Guglielmo Mariani

Traditi e traditori by Guglielmo Mariani

autore:Guglielmo Mariani [Mariani, Guglielmo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giovane Holden
pubblicato: 2017-11-14T23:00:00+00:00


7

La Chevrolet

Finita la colazione, si dedicarono tutti a tentare di far partire la Chevrolet. La spinsero fino alla strada sterrata. Kristine si mise al volante e raggiunta una certa velocità inserì il cambio, la macchina si impuntò, il motore brontolò, sbuffò un fumo nero, ma si accese solo per un minuto, irregolare e poi si fermò. Riprovarono ancora e questa volta il motore si accese a nuova vita, urlando. Kristine accelerò, li lasciò indietro e se ne andò prendendo una curva su due ruote e scomparendo alla loro vista. Dietro, gli hurrah e gli abbracci dei suoi figli e di Vladislav. Dopo alcuni minuti il mezzo si annunziò rombante attraverso il fitto bosco e poi ricomparve. Kristine suonava il clacson per la contentezza e teneva di proposito il motore imballato per impedire che si spegnesse.

Si fermò e affacciata al finestrino disse, con espressione finalmente gioiosa: “Ottimo! È veloce, i freni sono buoni, adesso dobbiamo tenerla accesa per ricaricare la batteria ”.

Vladislav si avvicinò, infilò la testa nel finestrino sfiorandola, quasi per baciarla e disse: “Avrei preferito che non si fosse messa in moto”.

Kristine che non si aspettava una dichiarazione così, disse: “Anch’io, forse possiamo partire domani. Dobbiamo chiudere casa”.

La scusa era risibile: entrambi lo sapevano.

Klaus si avvicinò dal lato opposto e affacciato anche lui all’abitacolo disse: “Attenti alla benzina, non so quanta ce n’è”.

Kristine alleggerì il piede dall’acceleratore e il motore si spense. Tentarono di rimetterla in moto senza successo. Per evitare che si ingolfasse decisero di riprovare l’indomani, sempre a spinta. Nel frattempo Kristine, Vladislav e Klaus controllarono le carte stradali trovate nel cruscotto. Scelsero tratturi e strade di campagna, soprattutto se attraversavano boschi. Secondo i loro calcoli, si trovavano fra i trenta e i quaranta chilometri in linea d’aria dalla zona nella quale avrebbero incontrato le truppe americane, in Baviera, forse a Ingolstadt. Per Kristine e Vladislav sarebbe stata la fine di attimi intensi, ma la salvezza per tutti.

Programmarono la partenza. Kristine volle scrivere un biglietto ai proprietari della casa se e qualora fossero ritornati. Voleva ringraziarli per il pianoforte, dicendo loro cosa aveva suonato. Espresse gratitudine per aver dato alla sua famiglia, seppur inconsapevolmente, l’opportunità di approfittare di un paradiso fuori dai drammi di quel momento. Vladislav la prese in giro dicendole che la casa sarebbe stata prima saccheggiata e poi diventata la dacia di qualche satrapo comunista.

Tranquillizzata in qualche modo giacché aveva ringraziato i proprietari, Kristine aprì una bottiglia di Barolo del ’32 dicendo che era un vino di pace.

Vladislav precisò: “Allora sarà buono di sicuro! Allora la Germania era ancora libera… ma per poco”.

“Non tutti i vini sopportano l’invecchiamento, ma questo, dal profumo, mi sembra speciale…” E lo sorseggiò. “Davvero speciale...”

“Ragazzi, com’è che vostra madre ha sempre ragione?”

Magda, abbassando gli occhi disse: “Le mamme hanno sempre ragione”.

Vladislav guardò Kristine quasi a dirle cosa t’avevo detto? E prese al balzo l’affermazione di Magda guardandola e chiedendole: “Perché non mi fate un grande piacere, tu e mamma e non mi dedicate un concerto a quattro mani? Per



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