Tutti i racconti – Volume 2 – 1954-1959 by Richard Matheson

Tutti i racconti – Volume 2 – 1954-1959 by Richard Matheson

autore:Richard Matheson [Matheson, Richard]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa, marzo, retail
ISBN: 9788834724101
editore: Fanucci
pubblicato: 2013-09-23T22:00:00+00:00


L’uomo enciclopedico

Quando si svegliò, quella mattina, era in grado di parlare francese.

Nessun segno premonitore. Alle sei e un quarto suonò la sveglia come al solito e lui e sua moglie si mossero nel sonno. Fred allungò meccanicamente una mano intorpidita e spense la sveglia. Per un attimo vi fu silenzio nella stanza.

Poi Eva tirò via le coperte dalla sua parte e lui fece lo stesso. Buttò a terra le gambe segnate dalle vene e disse: «Bon matin, Eva.»

Una breve pausa.

«Che?» fece lei.

«Je dis bon matin» disse Fred.

Eva si girò a guardarlo insospettita, facendo frusciare la camicia da notte. «Com’è che hai detto?»

«Ho detto solo buon...»

Fred Elderman sbarrò gli occhi.

«Che ho detto?» chiese con un filo di voce.

«Hai detto bone mattin, o qualcosa del...»

«Je dis bon matin. C’est une bon matin, n’est-ce pas?»

Il rumore della sua mano premuta sulla bocca fu simile a quello prodotto da una palla veloce sul guantone del pitcher. Sopra il bavaglio formato dalle nocche sporgenti i suoi occhi tradirono una grande incredulità.

«Fred, che ti succede?»

La mano si ritrasse lentamente dalle labbra.

«Non lo so, Eva» rispose lui, spaventato. Inconsciamente tornò a sollevare la mano verso la testa, e con un dito si strofinò il cranio quasi calvo, circondato da una corona di capelli. «È come se... come una specie di lingua straniera.»

«Ma tu non conosci nessuna lingua straniera, Fred» osservò Eva.

«Infatti è così.»

Continuarono a guardarsi per un po’ senza parlare, con i volti inespressivi, poi Fred diede un’occhiata alla sveglia.

«Sarà meglio che ci vestiamo» disse.

Mentre Fred si trovava in bagno, lei lo sentì cantare: «Elle fit un fromage, du lait de ses moutons, ron, ron, du lait de ses moutons» ma non osò richiamare la sua attenzione, dal momento che si stava facendo la barba.

Stavano bevendo il caffè quando lui farfugliò qualcosa.

«Cosa?» chiese lei, senza riuscire a trattenersi.

«Je dis que veut dire ceci?»

Eva trangugiò a fatica il suo sorso di caffè.

«Volevo dire» spiegò lui, con l’aria confusa «che significa tutto questo?»

«Già, che significa? Non avevi mai parlato lingue straniere fino a ora.»

«Lo so bene» disse Fred, con il pane tostato sospeso a mezz’aria verso la bocca aperta. «Che... che lingua è?»

«A me se... sembra francese.»

«Francese? Ma se non conosco una parola di francese.»

Lei mandò giù dell’altro caffè. «Adesso la conosci» ribatté debolmente.

Lui fissò la tovaglia.

«Le diable s’en mèle» borbottò.

La voce di Eva era quasi stridula. «Fred, che hai detto?»

Lui aveva un’espressione imbarazzata nello sguardo. «Ho detto che deve avere a che fare con il diavolo.»

«Fred, tu stai...» Eva raddrizzò la schiena e fece un profondo respiro. «Suvvia» disse. «Non diciamo eresie, Fred. Dev’esserci una spiegazione a tutto questo.» Nessuna risposta. «Be’, non credi che ci sia, Fred?»

«Certo, Eva, certo. Ma...»

«Niente ma» affermò lei, sporgendosi in avanti come se avesse paura di fermarsi. «Ora, ti viene in mente una ragione al mondo per cui tu dovresti sapere come si parla francese...» fece schioccare le dita sottili «...così?»

Lui scosse la testa, incerto.

«Bene» riprese lei, domandandosi come andare avanti. «Allora troviamola.» I due si fissarono senza parlare. «Fatti venire in mente qualcosa» disse lei, decisa.



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