Tutti Santi by Giancarlo Vitali e Andrea Vitali

Tutti Santi by Giancarlo Vitali e Andrea Vitali

autore:Giancarlo Vitali e Andrea Vitali [Vitali, Giancarlo Vitali e Andrea]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
editore: Emmebooks
pubblicato: 2012-11-28T23:00:00+00:00


L'empia turba andò alla chiesa

e die fuoco a sant'Albino

onde fino

al di d'oggi a quella gente

dalla barca i viandanti

soglion dire Abbruciasanti.

Che gli abitanti di Carate Urio abbiano una certa confidenza con il fuoco si potrebbe dedurre da una vagabonda etimologia che farebbe risalire al latino "urere" il nome stesso del paese. Caratteri infiammabili, fumini: sia quello dei caratesi come quello del santo, con tutto il rispetto. Non sarebbe nata la leggenda se ci fosse stato di mezzo un mediatore. Magari un bel prevostone d'Antan, di fogazzariana descrizione, che per un filettino di persico avrebbe sicuramente accettato di celebrare gratuitamente la messa convenuta. Me lo vedo: il ventre che spinge la tonaca, le mani chiuse dietro la schiena. Se cammina lo fa con passi larghi. Una sorta di don Camillo, per intenderci. Preferisco, però, vedermelo, immaginarmelo fermo sulla soglia della canonica a guardare la piazza della sua chiesa.

Era un pomeriggio di prima estate quando, mentre tra-versavo la piazza della chiesa, un siffatto sacerdote mi richiamò per chiedermi se sapessi quali fossero i santi protettori del mio paese. Fui lì per rispondere: "I Re Magi", poiché allora, come oggi, mi incantava il rituale che anima le contrade del mio paese la vigilia dell'Epifania: festa pagana, per alcuni. Non per me, e per tanti altri che nelle sue ceneri rinnovabili di anno in anno trovano motivi di allegria e tristezza uniti in mirabile concordia. Non risposi, comunque, al prevostone. Tacqui per mia fortuna, ricevendo in cambio del silenzio l'invito, nemmeno tanto brusco, ad informarmi poiché non era cosa che un cittadino di qualunque età ignorasse quali fossero i santi cui il proprio paese aveva demandato la protezione. Mi documentai rapidamente. Temendo, sopra ogni altra cosa, un eventuale, nuovo interrogatorio e volendo fare bella figura.

Santi, quindi. Plurale. Due. Nazaro, o Nazario, e Celso. Un padre e un bambino. Magari mano nella mano. Da una parte la vita già un po' consumata, dall'altra la vita da consumare (e che non si consumerà). Dovevo tenere conto di quel plurale. Invece ne chiesi dapprima notizia a un "grande" che frequentava l'oratorio, come si usava a quei tempi di libero accesso a tutti, e ne ebbi in risposta la certezza che il protettore del mio paese era uno solo, nientemeno che il famoso uccisore di draghi, san Giorgio: cosa che, debbo dire, mi diede una certa tranquillità. La parola di un "grande", per di più abbonato a vincere costantemente la classifica marcatori dei campionati dell'oratorio, era verbo. Non mi ci volle molto per scoprire che per l'avvenire avrei fatto bene a valutare fatti e informazioni col beneficio del dubbio. Una settimana, per l'esattezza. Nel corso di quella settimana infatti la maestra ci aveva affibbiato il prototipo di un tema da svolgere in classe: "Parla del tuo paese", il titolo. Io, forte della recente acquisizione, partii sparato col dire che il santo protettore del mio paese era san Giorgio. Il risultato fu che la prima riga del mio componimento risultò rimarcata con il rosso acceso di quelle matite bicolori ben note al popolo dei discenti.



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