Twilight 1 by Stephenie Meyer

Twilight 1 by Stephenie Meyer

autore:Stephenie Meyer [Meyer, Stephenie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Stai attenta.

Il rombo del pick-up che riprendeva vita mi spaventò. Risi di me stessa.

Giunta a casa, trovai la serratura della porta chiusa e il catenaccio aperto, come l'avevo lasciato. Entrai e corsi subito in lavanderia. Anche quella sembrava inviolata. Cercai i jeans nel mucchio, li trovai e controllai le tasche. Vuote. Forse, in fin dei conti, avevo appeso la chiave al suo posto.

Assecondando lo stesso istinto che aveva scatenato le bugie dette a Mi-ke, telefonai a Jessica con la falsa scusa di augurarle buona fortuna per il ballo. Quando ricambiò per la mia giornata con Edward, risposi che avevo annullato la gita. Fu molto più dispiaciuta di quanto un'osservatrice esterna avrebbe dovuto essere. La salutai poco dopo.

A cena, Charlie era distratto, forse era preoccupato per questioni di lavoro o per una partita di basket; in fin dei conti, forse si stava soltanto go-ebook-ita.eu by Manu

dendo le lasagne; con Charlie non si poteva mai dire.

«Sai, papà...», dissi, interrompendo il suo sogno a occhi aperti.

«Che c'è, Bell?».

«Penso che abbia ragione tu, riguardo a Seattle. Aspetterò che Jessica o qualcun'altra venga con me».

Fu sorpreso: «Ah, d'accordo. Vuoi che resti a casa con te, allora?».

«No, papà, non cambiare i piani. Ho un milione di cose da fare... i compiti, il bucato... devo andare in biblioteca e a comprare le verdure. Andrò avanti e indietro tutto il giorno... Tu vai e divertiti».

«Sicura?».

«Sicura, papà. E poi, il livello di pesce nel freezer si sta abbassando pau-rosamente: abbiamo scorte solo per due, massimo tre anni».

«Vivere con te è una pacchia, Bella». Sorrise.

«Posso dire lo stesso di te», risposi, con una risata forzata alla quale, per fortuna, non diede peso. Mi sentivo tanto in colpa per quell'inganno da avere quasi la tentazione di seguire il consiglio di Edward e confessare tutto a Charlie. Quasi.

Dopo cena, piegai i vestiti e preparai un altro carico per l'asciugatrice.

Purtroppo, era il genere di mansione che mi teneva occupate soltanto le mani. La mia mente aveva decisamente troppo tempo libero e ne stavo perdendo il controllo. Fluttuavo tra un'impazienza così intensa da farmi quasi male, e una paura fastidiosa che punzecchiava la mia determinazione. Ormai avevo scelto, dovevo prenderne atto, e non sarei tornata sui miei passi. Leggevo e rileggevo il biglietto, per assorbire le due semplici parole scritte da Edward. Vuole che io stia al sicuro, mi ripetevo senza sosta. Mi dovevo aggrappare alla convinzione che, alla fine, quel desiderio avrebbe prevalso sugli altri. E poi qual era l'alternativa... eliminarlo dalla mia vita?

Intollerabile. Per giunta, da quando vivevo a Forks, sembrava davvero che la mia vita riguardasse soltanto lui.

Ma la vocina nella mia testa era preoccupata e si chiedeva quanto avrei sofferto... se fosse finita male.

Andare a letto fu un sollievo. Sapevo di essere troppo stressata per dormire, perciò feci un gesto mai azzardato prima: presi volontariamente un sonnifero di quelli che mi mettevano fuori combattimento per otto ore buone. In una situazione normale non mi sarei perdonata una simile debolezza, ma non era proprio il caso di aggiungere l'intontimento di una notte in bianco a una giornata che già di per sé si presentava complicata.



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