Umani e animali by Giulia Guazzaloca;

autore:Giulia, Guazzaloca; [Guazzaloca, Giulia ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815366658
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00

4. Intrecci: ambientalismo e animalismo

Anche il protezionismo ambientale è stato un prodotto dell’età contemporanea, un effetto del progressivo assoggettamento dell’ambiente e delle sue risorse alle esigenze della società moderna. Fu infatti nel corso dell’Ottocento, con lo sviluppo industriale e urbano, con i progressi scientifici e tecnologici, che cominciarono a realizzarsi l’emancipazione dell’uomo dalla dipendenza dalla natura e l’alterazione aggressiva dell’ambiente e dei cicli naturali; nascevano i nuovi paesaggi industriali, scomparivano le terre selvagge, le specie animali e vegetali erano alla mercé dell’azione umana, la natura incontaminata si caricava di valenze simboliche e riferimenti nostalgici. La consapevolezza di tali fenomeni, unita all’amore romantico per le bellezze nazionali, non tardò ad affacciarsi presso le élite borghesi europee e statunitensi che nella seconda metà del secolo, a partire dall’asse Svizzera-Germania-Belgio, diedero vita a numerose organizzazioni dedite alla gestione e alla salvaguardia del patrimonio naturale e culturale. Molti governi iniziarono altresì a varare leggi riguardanti l’istituzione dei parchi nazionali, la tutela di paesaggi, monumenti, uccelli e specie in via d’estinzione; era il segno dell’articolata risonanza sociale delle questioni ambientali e del fatto che le classi politiche le percepivano, almeno in parte, come una responsabilità istituzionale e pubblica. Pur presentando ovunque una forte connotazione nazionale e diverse sfaccettature culturali e organizzative, questo primo attivismo ecologico si proiettava anche su scala internazionale e cosmopolita con, a partire dal 1905-6, una fitta rete di contatti e frequenti intersezioni. Molte furono infatti le iniziative internazionali che si tennero prima della guerra e nel 1913, su proposta del naturalista svizzero Paul Sarasin, si riunirono a Berna i delegati di 19 paesi per discutere dei problemi ambientali a livello globale; Sarasin disse che siccome «la natura non conosce confini politici» la sua custodia è un dovere sia nazionale che internazionale[25]. Dopo la guerra fu quindi la Società delle Nazioni ad assumere il parziale coordinamento delle varie iniziative, specie riguardo alla difesa delle risorse e alla prevenzione dell’inquinamento marino.

Variamente ricomposti nei diversi contesti, molteplici elementi confluirono nel protezionismo ambientale delle origini: la preoccupazione, mutuata dagli studi di zoologia, per le specie animali selvatiche a rischio d’estinzione; la sensibilità estetico-artistica per la tutela del patrimonio monumentale e paesaggistico, non di rado collegata agli ideali patriottici e ai processi di nation building; istanze di tipo naturalistico-scientifico rappresentate da quegli scienziati che si battevano per l’istituzione dei parchi nazionali, per la regolamentazione della caccia e la protezione degli uccelli; motivi di ordine utilitaristico ed economico secondo cui la tutela dell’ambiente e delle sue bellezze era una forma di valorizzazione dei beni della nazione e un incentivo al turismo. Dal punto di vista sia teorico che operativo, prevaleva la volontà di salvaguardare, preservare, proteggere, secondo un’etica della conservazione che, per quanto riflettesse la crescente cognizione dell’impatto delle attività umane sull’ambiente, non concepiva comunque la natura come un’entità autonoma dall’uomo e dotata di un suo valore intrinseco. Che scaturisse da ragioni estetico-artistiche e patriottiche o da preoccupazioni di ordine naturalistico e scientifico, questo proto-ambientalismo era ancora caratterizzato da un punto di vista antropocentrico e strumentale, di

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