Un anno in giallo by AA.VV

Un anno in giallo by AA.VV

autore:AA.VV.
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
Tags: Racconti
editore: Sellerio
pubblicato: 2017-11-22T23:00:00+00:00


Agosto

Esmahan Aykol

Macchie gialle

«Gli storici raccontano degli inverni rigidi di Istanbul. Il primo episodio registrato riguarda il congelamento del Corno d’Oro, nel 378, durante il periodo dell’imperatore Valente...». Quando Pelin ha indicato il Corno d’Oro, il braccio del Bosforo che separa le due sponde, calmo e riparato come un lago, abbiamo girato la testa tutte insieme. Eravamo sulla terrazza dell’hotel Anemon in piazza Galata, a sorseggiare i nostri gin tonic; da una parte si vedeva la spettacolare Torre dei Genovesi, con dietro il Bosforo e la parte asiatica piena di luci, e dall’altra il Corno d’Oro e la penisola storica: Santa Sofia, Palazzo Topkapı, Sultanahmet, Süleymaniye. Trovarsi in una terrazza – pur poco ventilata – alla fine di una giornata calda e appiccicosa è una gran fortuna.

«Nel 401, il freddo sinistro che fece tremare tutta l’Europa provocò un fenomeno naturale imprevedibile: le acque dello stretto del Bosforo che separa i due continenti diventarono ghiaccio. E si dice che questo non si sciolse per venti giorni, e quando alla fine si liquefece, i pesci morti furono rinvenuti a Sarayburnu. E ci fu ancora un altro duro inverno, in cui le persone camminavano tra Asia ed Europa...».

Mia madre si è emozionata. Non è riuscita a trattenersi e ha urlato:

«Io lo ricordo quell’inverno!». Si è girata verso di me. «Tu non eri ancora nata».

«Probabilmente no. Correva l’anno 703, vero?».

Ha preso il suo bastone con l’impugnatura in avorio appoggiato alla sedia e ha battuto un paio di volte, quasi volesse richiamarmi alla serietà. Fra poco avrà novantasette anni ma – tocchiamo ferro – è ancora sveglissima.

«Era l’inverno del 1954, lo ricordo molto bene. Le masse di ghiaccio che si erano staccate dal Danubio erano scese sul Bosforo attraverso il Mar Nero. Vi rendete conto, tutto il Bosforo era di ghiaccio! Pensate: i turchi, che quando nevica non mettono il naso fuori di casa, vedono il Bosforo tutto ghiacciato! Per le strade non c’era anima viva. Noi, allora, abitavamo a Moda. Con Avraham siamo partiti a piedi dal promontorio e abbiamo camminato sul ghiaccio. Incredibile. Dopo un paio di giorni si è sciolto ma comunque avevamo provato una grande gioia. Abbiamo camminato sul mare, tra due continenti...».

Il sole al tramonto colorava le famose colline di Istanbul di una luce scarlatta. I suoi occhi dallo sguardo spento si sono riempiti di lacrime. «Quanti ricordi ho, legati a questa città... Gli anni Trenta, anni in cui con Avraham siamo scappati dalla Germania per rifugiarci qui... La Turchia di Atatürk era appena nata, mentre noi avevamo perso il nostro paese. Magari avremmo dovuto restare e opporci a Hitler. Ma in che modo potevamo lottare? Eravamo di fronte a una brutalità organizzata... Cosa potevamo fare? Siamo scappati e siamo venuti qui. Abbiamo attraversato gli anni più bui della storia umana e a Istanbul abbiamo di nuovo abbracciato la vita...».

A tavola è calato il silenzio. Gertrude, l’amica di mia madre ospite anche lei alla casa di riposo a Palma di Maiorca, era commossa. Con una mano ha preso quella di mia madre, con l’altra la mia.



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