UN LUOGO CHIAMATO LIBERTÀ by ken follet

UN LUOGO CHIAMATO LIBERTÀ by ken follet

autore:ken follet [follet, ken]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: italiano, no cover, archivio italiano
pubblicato: 2012-02-07T11:17:48+00:00


«Ci pensi...»

«No! Farò qualcos'altro. Io...» Lizzie rifletté in cerca di un'ispirazione. «Scriverò al signor York, il pastore della chiesa di Heugh. Lo pregherò di venire a Londra a intercedere per Mack al processo.»

Gordonson obiettò: «Un parroco di campagna scozzese?

Non credo che avrà molta influenza. L'unica certezza di ottenere clemenza è che sia lei a intercedere.»

«Non se ne parla neppure.»

«Non starò a discutere... riuscirei solo a renderla ancora più decisa» replicò Gordonson. Andò alla porta. «Può cambiare idea in qualunque momento. Basta che vada all'Old Bailey fra tre settimane. E non dimentichi che la vita di Mack può dipendere da lei.»

Uscì, e Lizzie lasciò libero sfogo alle lacrime.

Mack era in uno degli stanzoni comuni del carcere di Newgate.

Non riusciva a ricordare tutto ciò che gli era successo la notte precedente. Rammentava in modo nebuloso di essere stato legato, gettato sul dorso di un cavallo e portato attraverso la città. Rammentava una costruzione imponente, con le sbarre alle finestre, il cortile selciato, una scala e una porta a borchie. Poi l'avevano condotto lì. Era buio e non aveva potuto vedere molto. Esausto e dolorante, si era addormentato.

Al risveglio si era trovato in una stanza grande più o meno quanto l'appartamento di Cora. Faceva freddo: non c'erano vetri alle finestre né fuoco nel camino. Il lezzo era tremendo. Assieme a lui erano stipate almeno trenta persone fra uomini, donne e bambini, più un cane e un maiale. Tutti dormivano sul pavimento e dividevano un grande vaso da notte.

C'era un andirivieni continuo. Molte donne uscirono al mattino presto e Mack scoprì che non erano detenute bensì mogli di detenuti che corrompevano i carcerieri per passare lì la notte. I carcerieri portarono viveri, birra, gin e giornali a chiunque poteva pagare i loro prezzi esosi. Molti carcerati andarono a trovare gli amici tenuti in altre stanze. Un prigioniero ricevette la visita di un ecclesiastico, un altro quella di un barbiere. Sembrava che tutto fosse permesso: ma tutto doveva essere pagato.

Molti ridevano della loro situazione e scherzavano sui loro reati. C'era un'atmosfera di allegria che irritava Mack.

Si era appena svegliato quando qualcuno gli offrì una sorsata di gin e qualcun altro una tirata di pipa, come se fossero a un matrimonio.

Mack era tormentato da dolori in tutto il corpo, soprattutto alla testa. Sulla nuca aveva un bernoccolo incrostatO di sangue. Si sentiva disperatamente pessimista. Aveva fallito in tutto. Era fuggito da Heugh per essere libero, ed era in carcere. Si era battuto per i diritti degli scaricatori di carbone e per causa sua alcuni di loro erano stati uccisi.

Aveva perduto Cora. L'avrebbero processato per tradimento, sommossa oppure omicidio. E probabilmente sarebbe morto sulla forca. Molti di coloro che gli stavano intorno avevano altrettanti motivi per rattristarsi, ma forse erano troppo stupidi per rendersi conto della loro sorte.

La povera Esther non avrebbe mai lasciato il villaggio.

Adesso si rammaricava di non averla condotta con sé.

Avrebbe potuto travestirsi da uomo, come faceva Lizzie Hallim. Sarebbe stata un marinaio più efficiente di lui, perché era più agile. E col suo buon senso sarebbe forse riuscita a tenerlo lontano dai guai.



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