Un oscuro bisogno di uccidere by Massimo Picozzi

Un oscuro bisogno di uccidere by Massimo Picozzi

autore:Massimo Picozzi [Picozzi, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-12-03T14:26:10+00:00


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CAPITOLO 7

Una squallida setta mortale.

Il caso delle bestie di Satana.

Capita che nel lavoro di uno specialista in scienze forensi ci siano storie grottesche, e non sempre terribili, come quella volta che la scientifica svizzera mi ha cercato per un parere su uno strano ritrovamento.

In una vecchia casa di Mendrisio, vicino a Lugano, i proprietari avevano deciso di spendere due soldi e restaurare muri e tetto. Il piccolo cortile interno era così diventato la sede di un cantiere, dove si erano accumulati vecchi calcinacci accanto a nuove tegole. Niente di particolare, almeno fino a quando qualcuno aveva smosso un blocco di cemento, ribaltandolo, e scoperto che, incastrato sotto, c'era il cranio di un bambino.

Capire la storia scritta nei resti scheletrizzati non è il mio mestiere, perciò avevo telefonato a Cristina Cattaneo, cara amica oltre che uno tra i migliori patologi forensi che lavorano in Italia. Arrivati sul posto, sistemata l'attrezzatura e indossati gli abiti da lavoro, Cristina s'era messa a scavare con metodo, come occorre fare in questi casi, e la terra aveva presto restituito altre ossa, coste e vertebre. Peccato che non c'entrassero nulla con un bambino, e che piuttosto, a una prima occhiata, appartenessero a una donna nemmeno giovane. Poi un'altra stranezza, perché, nei corpi di qualche vertebra, c'erano infilati dei pezzi d'ottone di provenienza indecifrabile.

Ma non era ancora il momento di interpretare, piuttosto di raccogliere e documentare, fino a quando era saltato fuori un pezzo di una lapide, con tanto d'iscrizione su cui ancora si leggeva Elisabeth, e poi l'anno di nascita, 1800 e qualcosa. La data della morte non l'avremmo mai saputa, scritta in un frammento di marmo finito chissà dove.

Bambini. Donne.

Elisabeth?

Siamo arrivati con il timore di scoprire l'omicidio di un infante, e ci siamo ritrovati con un rompicapo senza senso.

Un mistero che forse non avremmo mai chiarito, se nei giorni successivi non si fosse fatto vivo un vecchietto che aveva abitato in quella casa anni prima. Un vispo ottantenne che si ricordava di un vicino bizzarro, una specie d'artista che amava frugare nei cimiteri e confezionare strane sculture fatte con ossa umane. Salvo poi non essere soddisfatto del suo lavoro, scavare una buca in cortile e buttare tutto, con l'aggiunta di una carriola di cemento, a dare nuova sepoltura ai vecchi resti.

Capita che con Cristina ogni tanto se ne parli ancora, anche quella mattina d'agosto in cui partiamo dall'Istituto di medicina legale di Milano diretti alla sede del Ris di Parma.

Ma oggi non c'è molto da sorridere, perché nel bagagliaio della mia auto abbiamo appena caricato una scatola di cartone, ingombrante ma leggera. Dentro c'è qualcosa d'importante, di fragile, e soprattutto di incredibilmente triste.

Due frammenti che serviranno per un esame del DNA, un femore e una tibia che in vita appartenevano a Chiara Marino, 19 anni, e a Fabio Tollis, che ne aveva solo 16 il giorno in cui un branco di criminali aveva deciso di ammazzarlo insieme alla sua amica.

La storia delle <bestie di Satana>, che ha fatto il giro del mondo, è cominciata il 23 gennaio del 2004, quando i carabinieri fermano un ragazzo in uno stato di totale confusione.



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