Un uomo in mutande by Andrea Vitali

Un uomo in mutande by Andrea Vitali

autore:Andrea Vitali [Vitali, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2020-03-04T23:00:00+00:00


17.

Balilla e piccole italiane erano già a letto. Avanguardisti e fascio femminile al gran completo invece no. Stavano, a destra gli uni a sinistra le altre, a formare un arco al cui centro s’era ammassato il popolino che adesso, dopo gli applausi che avevano accompagnato l’esibizione del corpo musicale, contribuiva al sacrale silenzio nel quale, sotto un cielo magnificamente stellato, si levavano le note di Giovinezza, giovinezza. Pochi se ne stavano discosti dalla massa, quella decina di noti dissidenti che non avevano però voluto rinunciare al concerto e che, al partire dell’inno finale preceduto dall’invito del maestro Parpuetti a non accompagnare il canto lasciando piuttosto le note «Libere e gioconde!» di diffondersi nell’aere, si erano infilati le mani nelle tasche dei pantaloni così da poter serrare i pugni. Tra costoro, taccuino in mano, il Crispini. Non certo dissidente. Agnostico poiché la letteratura non aveva padroni.

Dopo aver assunto notizie sull’andamento delle gare, adesso annotava impressioni sul concerto di cui avrebbe scritto nel solito articoletto che, tagliuzzato com’era costume da parte dei redattori, sarebbe finito nelle pagine di cronaca locale il mercoledì o giovedì della settimana entrante. Sentendo le note di Giovinezza si pentì di non averne tenuta presente l’esecuzione: sarebbe stato un accenno che avrebbe dato enfasi al suo articolo sul senatore, musicale augurio dell’intero paese per una repentina guarigione. Ma tant’era, ormai era cosa fatta. Le sue righe, fuffa, erano partite da tempo. Sul ritornello conclusivo dell’inno qualche disobbediente si lasciò andare a uno sguaiato «Eja, eja, alalà!». Poi, con sorprendente velocità, la maggior parte dei presenti prese la via di casa.

Nel giro di pochi minuti la piazza s’era quasi svuotata. Restavano i musicanti attendendo al ricovero dei loro strumenti, qualche tiratardi immerso in chiacchiere oziose, il brigadiere Mannu che aveva presenziato al concerto sostenuto dall’appuntato Misfatti, appostato però alla finestra della caserma dalla quale poteva godere di una panoramica visione dell’evento.

Pure Fusagna Carpignati, congedate le vergini del fascio, era rimasta in piazza. Per tutta la durata del concerto non aveva fatto altro che scrutare la folla alla ricerca di un viso ben preciso, convinta che non potesse mancare. Aveva atteso che la folla si disperdesse e lui restasse, magia che avrebbe coronato quella gran giornata, celebrando il compiersi di un destino nello splendore del cielo fitto di stelle. Invece no, dovette constatare quando si trovò ormai sola con l’unica compagnia del monumento a Tommaso Grossi. Si avviò con l’animo pervaso da un languore, enfatizzato dall’ineffabile profumo del lago, che le fece immaginare di dirigere i suoi passi non verso la sua casa, bensì quell’altra. Entrare e poi…

Si fermò perché quei pensieri erano una stretta che la prendeva in gola, dovette deglutire, portarsi una mano alla bocca per evitarsi di gridare. Che la stesse assediando il diavolo oppure era la vita che finalmente la chiamava?

“Domani”, disse tra sé.

Domani avrebbe capito.



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