Una di Luna (Italian Edition) by Andrea De Carlo

Una di Luna (Italian Edition) by Andrea De Carlo

autore:Andrea De Carlo [De Carlo, Andrea]
La lingua: ita
Format: mobi
pubblicato: 2018-09-18T22:00:00+00:00


Ci hanno scaricati davanti allo studio

alle nove e mezza di mattina

Ci hanno scaricati davanti allo studio alle nove e mezza di mattina, nella foschia ancora più pungente del giorno prima. Mio padre era teso come se tornasse a un campo di battaglia, mi aveva già detto in albergo che se lo avessero fatto di nuovo aspettare avrebbe chiamato un taxi e se ne sarebbe andato (parlando al singolare, come se io non fossi lì con lui). Ma questa volta Zoca, il direttore creativo, e una coppia di autori lo aspettavano appena dentro, tutti “Chef Malventi” qua, “Chef Malventi” là. Era chiaro che se lo volevano tenere buono per evitare altri guai, e avevano fretta di recuperare il tempo perduto, chiudere la parte con la sua partecipazione. L’hanno accompagnato subito alla sala trucco, dove c’erano già i tre chef-star a imbellettarsi, anche loro tutti sorrisi e parole di zucchero.

Sono uscita ad aspettare nel corridoio, per non rendere mio padre ancora più nervoso, e perché volevo riflettere ancora su quello che era successo la sera prima con il tipo francese che si chiamava Jules. Ci avevo pensato per buona parte della notte, le sensazioni e le immagini del nostro incontro nella saletta bar avevano continuato ad attraversarmi la testa e il corpo, mentre cercavo inutilmente di prendere sonno. Era stato così strano, oscillavo tra l’incanto e l’imbarazzo per l’incanto. Quello che mi aveva colpita di più non erano tanto le cose che lui era riuscito a indovinare di me, quanto la sensazione sconcertante che sapesse chi ero davvero: che conoscesse la natura del mio rapporto con la Luna, con il mio lavoro, con mio padre. Almeno, così mi era sembrato. Forse ero così abituata alla mancanza di interesse, e anche solo di curiosità, nei miei confronti da parte di Luca e di mio padre da trovare straordinario il primo uomo che invece ne dimostrava, quali che fossero le sue ragioni. O forse ero solo una povera sognatrice piena di aspettative non realistiche, che si faceva gabbare dal primo mago francese in un bar d’hotel e pensava di avere incontrato un uomo speciale, quando aveva rinunciato da tempo all’idea di poterne incontrare. Però all’una di notte mi ero alzata per tornarmene su in camera, e lui aveva preso la mano che gli tendevo e ci eravamo abbracciati con uno slancio improvviso, senza neanche pensarci. Avevo sentito la pelle del suo viso sulla mia pelle, annusato da molto vicino l’odore resinoso e caldo che saliva dal colletto della sua camicia. Durante la notte queste sensazioni si erano mescolate senza tregua ai dubbi, mentre mi giravo e rigiravo sul materasso troppo molle e piegavo e ripiegavo la testa contro il cuscino troppo alto, nella camera troppo calda.

Saltalacqua è uscito dalla sala da trucco, seguito da Capaci ed Evangelista, tutti e tre con gli stessi vestiti di ieri perché dovevano riprendere la sequenza interrotta a causa di mio padre. Li ho salutati, ma solo Capaci mi ha abbracciata (con zero energia), gli altri due mi hanno fatto appena un cenno, come se mi considerassero corresponsabile delle colpe paterne.



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