Una nuova vita by Kerry Fisher

Una nuova vita by Kerry Fisher

autore:Kerry Fisher [Fisher, Kerry]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2020-03-18T23:00:00+00:00


Foto: Due pouf a sacco con la Union Jack.

Didascalia: Guardate quanto sono belli! Sono appena arrivati. Mi servono solo una bella tazza di tè e l’ultimo numero di Homes & Gardens e posso sentirmi in pace col mondo.

#Relax #L’OraDelTè #CasaDolceCasa

25

KATE

Sabato 3 febbraio

Era passato un mese da quando era arrivata la lettera di Oskar, e da allora Daisy aveva perfezionato l’arte del parlare senza comunicare, del rispondere alle mie domande senza dare davvero risposte. La conversazione che abbiamo avuto oggi è stata l’ennesimo tentativo fallito. «Che farai questo fine settimana, tesoro?»

«Studio, più che altro.»

«E non esci con Hannah?»

«Non abbiamo ancora deciso niente.»

Benché il tono fosse tranquillo e sereno, in realtà era come se ci fosse un braccio invisibile con cui mi teneva lontana, al mio posto.

I giorni in cui lavoravo di mattina, cercavo di sbrigarmi e le preparavo un tè e un toast per sentirmi meno in colpa del fatto di dover uscire prima di lei. Daisy mi ringraziava ma poi, quando tornavo, trovavo il toast ancora lì, senza che lo avesse nemmeno toccato. Era il suo modo di respingermi, ed era impresso in ogni singola mollica di pane.

Daisy, come me, era diventata bravissima a dire alle persone solo quello che voleva che sapessero, e nient’altro. Mi mancava tantissimo la Daisy piccolina, con quegli occhietti vivaci che si guardavano intorno al supermercato, in biblioteca o al parco, costantemente in cerca di amici. Andava dagli sconosciuti e diceva loro: «Tu sei amico mio». Negli anni, la vita le ha portato via quella sua innocenza. «Sam ha detto che la sua mamma non vuole che stia con me.» «Lily ha detto che i genitori non la fanno venire a giocare a casa nostra.» «Non avrei dovuto dire che una volta avevi un’amica del cuore che si chiamava Becky, vero?»

Quando mi raccontava queste cose, la abbracciavo. Ero molto triste che la mia piccolina – che ancora non era sicura se amicizia si scrivesse con una zeta o con due – avesse già dovuto imparare che alcune amicizie non sono permesse o che certe altre possono diventare tossiche, e che, allora, è meglio che le persone non sappiano niente.

Adesso come sua amica aveva scelto Hannah, una ragazza cui – da quello che potevo vedere – piaceva talmente tanto parlare di se stessa che probabilmente Daisy non doveva fare grandi sforzi per non farsi porre domande imbarazzanti.

Quando Daisy si ritraeva, io di solito portavo pazienza pensando che, nonostante la sua cocciutaggine, sarei comunque riuscita a tirarle fuori qualcosa. Ma quella mattina, dopo l’ennesimo: «No, la prof non ha ancora corretto il compito in classe», sono scoppiata.

«Senti, adesso sono stufa: ultimamente so più cose della vita di Hannah che della tua. Ti ho fatto qualcosa? Hai qualche problema? Hai preso un brutto voto a scuola?»

È diventata subito rossa, e la cosa mi ha fatto preoccupare. Allora ho cercato di mostrarmi calma e tranquilla. Le si sono riempiti gli occhi di lacrime.

Allora ho allungato le braccia verso di lei. Lei si è avvicinata e si è lasciata abbracciare, ma se ne stava immobile come una statua mentre io la stringevo.



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