Una vita partigiana by Teresa Vergalli

Una vita partigiana by Teresa Vergalli

autore:Teresa Vergalli [Vergalli, Teresa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-02-24T12:00:00+00:00


III

Tutto ciò che sembrava contare

In quel tempo terribile e magnifico chiamato dopoguerra la politica ti assaliva da ogni parte. E ti faceva soffrire.

Tutti i giorni c’era una riunione, una manifestazione, un comizio, e tutti partecipavano, felici per il solo fatto di poterlo fare. D’altra parte, tanta gente significava tanti punti di vista diversi, mille sottili distinguo: le discordie, quando non veri e propri scontri, sono iniziate subito. E subito abbiamo capito perché Raoul Grisendi, il partigiano «Zero», che era nato in Francia e là la democrazia l’aveva sperimentata, durante la guerra ripeteva: «Democrazia vuol dire casino».

Dal tempo di pace ci saremmo aspettati che trovare un’intesa fosse più facile, ma era vero il contrario: prima, quando c’era da combattere, appianare le differenze di vedute era considerato quasi obbligatorio, ora ciascuno esigeva il suo spazio, voleva far valere le proprie ragioni, a volte anche a scapito della reputazione altrui. Tant’è che noi garibaldini di sinistra, per esempio, dopo essere stati acclamati come eroi ci siamo sentiti accusare di ogni eccesso, di ogni sbaglio, di ogni crudeltà.

Eppure ripartire, riavviare, occupandosi dei bisogni concreti e di tener vivi i valori che avevamo difeso era tutto ciò che sembrava contare. Ed è a questo che mio padre e io ci siamo dedicati con tutte le nostre forze e la nostra passione.

Subito dopo la Liberazione mio padre era stato nominato sindaco di Bibbiano. Con tutti i problemi che c’erano: i reduci, la miseria, i poderi trascurati, le strade, le scuole, le case deteriorate, in certi casi fatiscenti. Non era prevista paga. Ma comunque lui si è preso cura di tutto e di tutti, spesso in silenzio. Il paese era impoverito, degradato: mio padre ne indirizzò la rinascita. Per ricostruire le città bombardate servivano mattoni e tegole, e lui ha rimesso in piedi la fornace: è stato l’inizio della trasformazione economica di Bibbiano. Conoscendo l’importanza dell’agricoltura, ha modernizzato il mulino cooperativo: andava personalmente a convincere contadini e paesani a sottoscriverne le azioni, persuaso che solo insieme avremmo potuto rialzarci, come poi è stato.

Io andavo sempre di corsa, da casa a Reggio, da Reggio ai paesini e alle frazioni in provincia, prima in sella alla mia bicicletta, poi con l’abbonamento del treno. Avevo i buoni pasto per mangiare alla mensa del partito: a parte questo, anch’io facevo tutto senza ricevere alcuna paga. Se le riunioni si tenevano di sera ed ero distante da casa, almeno mi veniva offerta ospitalità dalle famiglie amiche, un letto o un divano e una coperta per la notte.

A tirare la carretta erano rimasti mamma e Orio. Da soli. E lui aveva anche ripreso la scuola. Eravamo veramente poveri. Durante la guerra non avevamo fatto mercato nero ma regalato ogni cosa, di soldi non ne avevamo. D’altra parte a muoverci non era il denaro, ma gli ideali.

Il Partito comunista invitava a dare spazio alle donne e ai giovani. Io, che ero donna e giovane, sono stata immessa in tutti i direttivi possibili, ma alle riunioni non volevo o non riuscivo a parlare.

Era il tempo



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.