Urania 0061 - La Rivolta Dei Nani by Jean Gaston Vandel

autore:Jean Gaston Vandel [Vandel, Jean Gaston]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: apocalittico, PIPPO
editore: Mondadori
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00

di raggi invisibili dalla porta e Armelya usci. Modelo si rivolse a Gavnor.

« Suppongo che siate venuto fin qui per darci qualche importante notizia, Gavnor. Che cosa c'è di nuovo? »

Gavnor sussultò. Aveva completamente dimenticato lo scopo della sua visita.

« Giusto ciclo! » disse. « Non ricordavo più quella storia... »

Modelo strinse le labbra e Kapono trattenne a stento un sorriso.

« Credo di indovinare di che si tratta, Gavnor » disse Modelo. « Ho sentito che il Governo austrasiano ha protestato ufficialmente per violazione di territorio, e del resto ho visto le teletrasmissioni... si, il servizio giornalistico su Cortollo. Il presidente Largodec esige spiegazioni, no? »

« Già! » disse Gavnor. « Vuole che voi due mi accompagniate al Palazzo Federale. E immediatamente, anche! Largodec è nei guai, capite, per colpa vostra! »

Modelo non rispose, s'arrampicò sul banco dove Kapono stava manipolando qualcosa. I due nani si guardarono fissamente negli occhi per qualche minuto. I loro visi erano concentrati, assorti. Finalmente Modelo fece un leggero movimento con la testa poi un mezzo giro su se stesso e guardò Gavnor.

« Vi accompagnerò io del presidente » disse. « Kapono non può muoversi, se Sheladir deve essere salvato... »

Appena arrivato al Palazzo Federale Dox Gavnor fu accompagnato nello studio privato del presidente.

«Ah, eccovi, finalmente!» disse Largodec. « E allora? » Dox posò su una sedia il paniere

che conteneva Modelo, e fece uscire il capo dei Vitaliani dalla sua bizzarra portantina.

« Vi ascolto » disse il presidente.

Dox mise Modelo sul piano della scrivania.

« Credo » incominciò Modelo « che sia venuta l'ora di palesare alla popolazione del pianeta che la rivoluzione vitalista ha raggiunto il proprio scopo. La mia razza ha attecchito definitivamente sul globo e noi Vitaliani siamo pronti ad assumerci la missione per la quale Dox Gavnor ci ha creati. »

Largodec s'agitò nella sua poltrona, piuttosto irritato da quel preambolo.

« Ma non è di questo che voglio discutere, Modelo! Avete commesso un grave errore, anzi un reato internazionale ed esigo spiegazioni. Perché avete inviato una spedizione in Au-strasia, a nostra insaputa? Come avete fatto? Vi ha aiutato qualcuno? Di dove vengono i Vitaliani che avete mandato laggiù? Sono tutte domande a cui dovete rispondere sincerarfìente. I rapporti dell'ispettore Marnor sono chiari: il censimento automatico della vostra popolazione attesta che nessuno di voi ha lasciato le vostre città. E allora? »

« Vi risponderò soltanto nella misura che giudico necessaria » rispose Modelo, piuttosto seccamente. « Forse non avete capito bene quale sia la vera situazione. Ebbene, ve lo dirò io! Il dado è tratto, Largodec. Noi Vitaliani siamo, d'ora in avanti, i veri signori del pianeta! »

« Cosa? » quasi gridò il presidente, raddrizzandosi sulla schiena.

« I padroni del pianeta, se preferite » ripetè Modelo, con magnifica sicurezza.

Ci fu un silenzio. Se la situazione non fosse stata cosi grave, tanto Largodec quanto Dox non avrebbero potuto esimersi dal considerare il lato comico di quella conversazione : quell'omuncolo in piedi sul tavolo presidenziale, con la testa alteramente diritta di fronte a quei due giganti, che affermava di essere il padrone del mondo, era patetico quanto buffo.

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