Urania 0084 - Il pianeta nero by David Duncan

autore:David Duncan [Duncan, David]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: PIPPO
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-08-05T22:00:00+00:00

Lessi questo bollettino a tutto il mio personale riunito appositamente e quindi ci mettemmo al lavoro. Secondo il programma dovevamo terminare il Pianeta Nero in ogni sua parte per il lunedì prossimo. Per tale data doveva essere consegnato ad Aaron Matthews e al suo equipaggio che avrebbero trascorso cinque settimane dentro il satellite artificiale prima del lancio. L'equipaggio, ad ogni modo, era già istruito bene e in caso di emergenza poteva fare a meno delle cinque settimane di allenamento. Spettava ora al personale tecnico di ridurre il lavoro condensandolo in poche ore, se possibile. Ciò significava che occorreva terminare gli elementi essenziali dell'opera trascurando gli accessori.

Edgar Duval annunziò che avrebbe completato i cambi del sistema di ventilazione in giornata. Questo era un compito essenziale e perciò l'autorizzai a lasciare la riunione per poter dirigere il suo lavoro. Secondo il programma, le vettovaglie dovevano essere portate a bordo solo al termine delle cinque settimane di allenamento dell'equipaggio; invece, adesso, bisognava provvedere subito al vettovagliamento del Pianeta Nero. I lavori di rifinitura nei vani del Pianeta Nero furono lasciati in sospeso. Fu con un comprensibile rammarico che dissi a Paul Basich di lasciare interrotta la preparazione dell'esperimento per il controllo del tempo che egli voleva far compiere all'equipaggio. Forse dopo sarebbe stato possibile mandare il materiale per l'esperimento, su nello spazio, mediante un aereo-razzo. La divisione addetta alla costruzione stava già smontando ogni collegamento fra il satellite artificiale e il suolo, e calcolava che entro quattordici ore tale lavoro sarebbe stato terminato. Poi il grande tamburo a reazione sarebbe rimasto posato soltanto sui piloni, pronto ad essere lanciato negli spazi.

Ma il problema più grosso era quello del carburante per alimentare i turbogetti. Questo carburante doveva essere aspirato, mediante le pompe, nei grandi serbatoi collocati nel cono dell'immenso tamburo e, a causa della natura esplosiva del carburante, questo sarebbe stato pompato solo all'ultimo momento. Secondo il programma di Osborn ci sarebbero voluti ben tre giorni per pompare tutta la provvista di carburante. Nonostante avesse dichiarato che lui non intendeva più sottostare alla mia autorità, Osborn era intervenuto al raduno. Per il momento il pericolo comune ci faceva dimenticare le divergenze personali.

La riunione fu sciolta da me non appena ognuno ebbe chiaro il suo compito. Uscii dall'edificio e accompagnai Aaron fino al Pianeta Nero dove compresi immediatamente che le difficoltà da superare erano più grandi di quanto supponessi. Il cantiere somigliava ad un formicaio che fosse stato smosso dalla punta di un bastone e dove tutte le formiche cercavano di salvare il nostro unico e colossale uovo. Mentre cercavo di mettere un certo ordine fra i vari gruppi che lavoravano là, Osborn venne a trovarmi.

Aveva il viso pallido e la fronte imperlata di sudore. «Ambert» mi fece «non posso assolutamente iniziare le mie operazioni mentre quelle maledette seghe elettriche tagliano le spranghe e i chiavistelli nella base della nave! Non posso davvero!»

Non aveva tutti i torti, lo riconobbi. «Allora» gli dissi «preparate il lavoro ed aspettate che le seghe abbiano finito».

«Ma non avete udito ciò che ci ha comunicato stamani Swanson? Ci vogliono almeno altre quattordici ore.

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