Urania 0113 - La legge del caos by Robert Moore Williams

Urania 0113 - La legge del caos by Robert Moore Williams

autore:Robert Moore Williams [Williams, Robert Moore]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: PIPPO
editore: Mondadori
pubblicato: 2013-06-12T17:29:07+00:00


Un tratto di muro spari, rivelando una spessa finestra di plastica. Dietro la finestra c'era... Haldane, dopo essersi affacciato, si ritrasse di botto. Sapendosi osservato e sapendo che stava per decidersi il suo destino, si sforzò di dissimulare la propria sorpresa; poi, resosi conto che non sarebbe riuscito a ingannare nessuno dei presenti, ma soltanto se stesso, si rimise a studiare la scena che si presentava ai suoi occhi, al di là della finestra.

In un cielo lontano brillava una palla splendente. Era visibile un tratto di mare. La superficie della palla appariva liscia come vetro, ma Haldane sapeva che questa illusione era dovuta unicamente alla distanza, e che in realtà la faccia della palla era ruvida e accidentata. Le montagne, da tanta lontananza, apparivano ancora più minute delle rughe sottili che solcano la buccia di un'arancia. Haldane si volse al vecchio. «Quella, se non sbaglio è la Terra.» Disse queste parole con voce piana, impassibile nel volto come esigeva la migliore tradizione del PGI.

«È esatto.»

«Perciò questa non può che essere la Luna, o tutt'al più una stazione spaziale intorno alla Terra.»

«La sua prima deduzione è quella esatta.»

«Perciò io dal ricevimento della signora Dafner sono venuto direttamente sulla Luna.» L'incredibile sensazione di vedere la Terra dal cielo ridonò di colpo ad Haldane tutto il senso della realtà. «Perbacco! Molto interessante.» E guardò il gruppo con aria di sfida.

Ma nessuno lo contraddisse. Anzi, il vecchio sorrise con aria di approvazione. «Bravo! Novantanove uomini su cento, quando si vengono a trovare inaspettatamente al cospetto della Terra in cielo anziché vedersela sotto i piedi, svengono.»

«La ringrazio del complimento» disse Haldane, «ma io non svengo mai.»

«Lo vedo» riconobbe il vecchio, e seguitò, sempre sorridendo: «Mi dica: come sta il signor Kelvin?».

«Cosa?» balbettò Haldane. «Kelvin? Quale Kelvin? Io...»

«La prego» lo interruppe il vecchio, «non si disturbi a voler recitare per forza. Lei è un agente del PGI, e io lo so come lo sa lei.»

«Be'!» borbottò Haldane, «le rincresce dirmi come lo sa?»

«Affatto. L'ho riconosciuta subito dalle sue reazioni. Sa, sono stato agente del PGI anch'io.»

Haldane lo fissò con tanto cl'occhi.

«E come ha fatto a lasciare il servizio?»

«Ho dato le dimissioni. Certo, il PGI è un'ottima organizzazione. E dati i limiti in cui è costretta a operare, svolge un gran bel lavoro. Io non ho niente contro il PGI e non ho mai litigato con nessuno dei suoi membri. La loro azione è importante, ma esistono altre cose ancora più importanti.»

«E quali, di grazia? Forse quel gioco di “gala-gala" che ho visto poco fa?»

«Gliel'ho già detto: non si tratta di un di prestigio! Non è stato un trucco.»

«Mi scusi» mormorò Haldane.

«Lei come? si chiama?»

«Larry Shaw.»

«Felice di conoscerla, Larry. Io mi chiamo Johnny Haldane.» La stretta di mano che Shaw gli diede era calda e cordiale: Haldane ne trasse un senso di calore, di umanità, ma ciononostante non era ancora del tutto persuaso. Shaw fece le presentazioni. La ragazza alta si chiamava Sara, la magrolina Jen. I tre giovanotti che parevano colati nel bronzo si chiamavano Dick, Grofi e Bill.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.