Urania 0203 - Il vampiro del mare by Charles Eric Maine

autore:Charles Eric Maine [Maine, Charles Eric]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: PIPPO
editore: Mondadori
pubblicato: 2011-01-18T23:00:00+00:00

11

Qualcuno gli teneva sollevata la testa, ma poi gliela tornò a deporre su una superficie dura. Si sentiva tutto pesto e dolorante, e le gambe, ripiegate sotto il corpo, erano come morte dal ginocchio in giù. Un'aria acre gli pungeva le narici, un'aria composta per la maggior parte dal fumo caldo e denso, nella quale risuonavano suoni privi di significato.

Con un notevole sforzo riuscì ad aprire gli occhi. Vide solo un ammasso di ferraglia contorta e di vetri rotti su cui dominava l'azzurro del cielo offuscato dalle volute di fumo. I rumori erano voci, e adesso gli giungevano più distinte. A-guzzando lo sguardo scorse, più in là, la sagoma di alcune persone. Erano loro che parlavano.

— L'uomo è vivo ma svenuto - senti dine.

— Lasciatelo li, per adesso. E' più urgente la ragazza -disse l'altro.

— Qui, presto. Adesso la esamino.

— Il braccio destro è maciullato.

— Si, e deve avere anche qualche costola rotta. Poveretta... è carina e anche giovane.

— Per il resto non ha niente... Cosa dici, Bill, se la portassimo nell'atrio della casa qui vicino.

— Joe, maledetto porco... non hai altro a cui pensare? L'incendio è troppo maledettamente vicino e dobbiamo sbrigarci.

— Via, Bill, come sei pessimista! Si perde più tempo a chiacchierare.

Wade, intanto, era tornato completamente in sé, e si rendeva conto che gli uomini erano soldati, e che lui e Susan giacevano in mezzo a una strada nella zona che andava evacuata perché, allo scopo di tentar di fermare il fuoco, venivano fatti saltare gli edifici. Quando vide che il soldato che rispondeva al nome di Joe, insieme ad altri due, sollevava il corpo inerte di Susan, con uno sforzo enorme, sorretto dal furore e dallo spavento, urlò: — Fermatevi! Fermatevi!

Uno dei soldati, uno spilungone biondo con la faccia cosparsa di efelidi, gli si avvicinò, e disse: — Cosa ti piglia?

— Lasciatela stare! Non vedete che è ferita... Non vi vergognate?

— Eh, quanto sei schizzinoso - replicò l'altro. - C'è scarsità di belle donne in giro, per noi soldati. Ci tengono chiusi in caserma e usciamo solo per lavorare.

— Ma è ferita — insistette Wade disperato — bisogna portarla all'ospedale...

- Senti, amico, tu mi vuoi far perdere tempo. Di che o~ spedali parli? I pochi che sono rimasti in piedi sono strapieni. E poi sai quali sono gli ordini? Finire i feriti, ecco cosa dobbiamo fare — e come a dar seguito alle parole, sollevò il fucile per calarne il calcio con forza sulla testa di Wade.

— Ferma, imbecille! - urlò una voce irosa alle spalle di Wade. Il soldato, rimasto col fucile a mezz'aria, indietreggiò di un passo. Torcendo il collo Wade potè vedere il nuovo venuto: un grosso sergente dall'aspetto duro e autoritario. Imbracciava un mitra. — Cosa fate, pezzi di cretini? Lasciate stare questa gente e fate quel che vi è stato detto di fare. Non c'è tempo da perdere.

— Grazie, sergente — mormorò Wade con sincera gratitudine.

— Grazie un corno! Chi siete, e cosa fate qui con questo elicottero fracassato?

— Siamo funzionari governativi...

—

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