Urania 0280 - La città sostituita by Philip K. Dick

Urania 0280 - La città sostituita by Philip K. Dick

autore:Philip K. Dick [Dick, Philip K.]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: PIPPO
editore: Mondadori
pubblicato: 1962-04-18T23:00:00+00:00


XVIII

Tutti fuggivano. I Vaganti correvano verso "Shady House", folli di terrore. Hilda scomparve sotto un viscido tappeto grigiastro. Christopher cercava di farsi strada, con un gruppo di Vaganti, vicino alla porta dell'ospedale. Il dottor Meade era riuscito a raggiungere la macchina. Alcuni degli altri ce l'avevano fatta a raggiungere la "Shady House" e si stavano barricando nelle camere. Mentre si ritirava, Barton, roteando vorticosamente la chiave inglese, riuscì a schiacciare parecchi topi e "golem". Ahriman era enorme. Quando aveva assunto la forma di un ragazzo era stato piccolo, proporzionato. Ora niente più lo tratteneva: mentre Barton l'osservava, la sua figura cresceva a vista d'occhio. Ahriman prese vita e soffiò l'alito fetido e agghiacciante dello spazio profondo, spargendo intorno a sé il lezzo della morte e del vuoto, del decadimento e della corruzione. Continuava a crescere... Presto sarebbe stato troppo grande per la valle... troppo grande per il mondo! Barton fuggì. Oltrepassò con un balzo una doppia fila di "golem" e corse tra gli alberi, i cedri giganti che crescevano di fianco alla "Shady House". Dietro di lui, la figura torreggiarne di Ahriman continuava a crescere, ferma ai margini del pendio. E mentre l'Essere cresceva, un vento gelido prese a soffiare sulla vallata.

Barton, sfinito, si fermò. Si trovava in un avvallamento dietro i cedri. La valle, ammantata del fulgore del primo mattino, stava emergendo dall'oscurità, sotto di lui. Ma sopra i campi, le fattorie e le case stava scendendo un'ombra, l'ombra di Ahriman. E quell'ombra non si sarebbe più dissolta.

Una sagoma dal dorso lucente saettò verso Barton che si voltò di scatto, preso dal panico. Il serpente a sonagli sbagliò il bersaglio, si ritirò per colpire di nuovo. Barton lanciò la chiave inglese, che colpì il rettile alla testa.

Poi si chinò per raccogliere la chiave inglese, ma le sue dita toccarono qualcosa di morbido. Spago... un gomitolo di spago! La chiave inglese era tornata alla sua forma distorta. Per Barton, quello fu il simbolo definitivo del fallimento. Lasciò cadere a terra lo spago.

Un "golem" gli saltò alle spalle. Barton vide il luccichio di un ago a pochi centimetri dalle pupille. Sollevò debolmente le braccia, ma si sentì stringere da un ammasso di ragnatele. Chiuse gli occhi. La battaglia era finita. Rimase immobile, in attesa che l'ago gli venisse conficcato nel cervello.

– Barton! – strillò il "golem".

Barton aprì gli occhi. Il "golem" si stava dando da fare per stracciare con il suo ago le ragnatele. Infilzò un paio di ragni, ne respinse degli altri, poi gli saltò sulla spalla, vicino all'orecchio.

– Te l'avevo detto di non parlare con nessuno – squittì la vocina. – Non era il momento adatto: troppa opposizione.

Barton batté gli occhi perplesso. Aprì e chiuse la bocca, poi riuscì a sussurrare: – Chi...

– Stai fermo, abbiamo solo pochi secondi. La tua ricostruzione è stata prematura. Per poco non hai rovinato tutto.

Barton balbettò: – Ma non...

– Svelto! Con Ahriman libero, non possiamo rispettare le condizioni. D'ora in poi dobbiamo tentare il tutto per tutto. Aveva detto di essere disposto ad assoggettarsi al Cambiamento, ma ormai tutto questo è stato superato.



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