Vendetta Eterna by Craig Russell

Vendetta Eterna by Craig Russell

autore:Craig Russell [Russell, Craig]
Format: epub
pubblicato: 2007-12-11T22:00:00+00:00


Ore 19.30 - Pöseldorf, Amburgo

Fabel passò il pomeriggio immerso nella lettura dei dossier del BKA. Tutto combaciava con le anticipazioni di Ullrich: Hauser e Griebel avevano frequentato gli stessi ambienti, percorso le stesse strade, conosciuto le stesse persone, ma nulla lasciava supporre che quelle strade si fossero mai incrociate. A rigor di logica, però, non era affatto impossibile che quei due si fossero conosciuti almeno di nome o di vista. Il semplice fatto che la polizia non fosse riuscita a evidenziare contatti fra loro non significava che non ne avessero avuti.

Susanne sarebbe rimasta impegnata fino a tardi all'Istituto di medicina legale, perciò lui se ne tornò a casa da solo. Avendo pranzato con Ullrich, non era particolarmente affamato. Si preparò un panino e, tornato in soggiorno, lo appoggiò, assieme a una bottiglia di Jever, sul tavolino da caffè accanto al computer portatile e ai dossier. Restò per un attimo seduto a sorseggiare la birra e a guardare fuori dalle finestre panoramiche affacciate sull'Alsterpark e sulla vasta distesa dell'Alster, le cui acque luccicavano dolcemente alla luce del crepuscolo. Quello scenario avrebbe dovuto trasmettergli una sensazione di pace, eppure c'era qualcosa di indefinito che lo disturbava. Fabel era un uomo d'ordine, aveva bisogno di equilibrio nel proprio universo, di linearità nella dinamica della sua vita. E la sua ossessione, come per la maggior parte degli uomini d'ordine, nasceva dalla paura del caos che spesso infuriava dentro di lui. Lo aveva spaventato la vista di quella stessa paranoia portata agli estremi in Kristina Dreyer. Erano le connessioni vaghe e le enormi coincidenze tra le due vittime degli omicidi a offendere il bisogno d'ordine del commissario. Osservando quei due uomini da una certa distanza, intuiva la presenza di una fitta rete di interconnessioni che, quando vi si avvicinava, si dissolveva come una ragnatela al vento.

Udì il rumore della porta di casa che si apriva e una voce che salutava. Susanne fece il suo ingresso in soggiorno e con una plateale dimostrazione di sfinimento si accasciò sul divano accanto a Fabel, gettando con noncuranza le chiavi, la borsa e il cellulare accanto a sé sull'altro lato. Gli diede un bacio.

«Giornataccia?» le domandò Fabel.

Susanne annuì con aria stanca. «Anche per te?»

«Una giornata strana, più che altro. Vado a prenderti un bicchiere di vino...» Quando tornò dalla cucina, le raccontò dell'incontro con Ullrich e delle informazioni contenute nei dossier. «Credi che sia una pista sbagliata? Quella della storia personale delle vittime, intendo.»

«Francamente... credo di sì», rispose Susanne con voce fiacca e non senza una certa irritazione. Fabel stava infrangendo la tacita regola di non parlare mai di lavoro nel tempo libero. «Stai complicando troppo la questione. Pensaci bene. Pensa alla mutilazione dei corpi. Ai piccoli rituali dell'assassino, tra cui quello di appendere gli scalpi in bella mostra. È l'opera di uno psicopatico. Tu ti fissi sul passato delle vittime, ma il loro background è identico solo perché quei due erano più o meno coetanei. L'assassino, in questo caso, potrebbe anche essere un soggetto psicotico che prova odio nei confronti degli uomini di mezza età.



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