Venezia inventata by Gherardo Ortalli;

Venezia inventata by Gherardo Ortalli;

autore:Gherardo, Ortalli; [Ortalli, Gherardo ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Saggi
ISBN: 9788815367785
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00


«Perfido orribile bandito, disgustoso sempre e funesto / degno sarai dell’abisso». Forse non fu una morte turpissima, ma certamente fu miserrima, col corpo totalmente sconquassato, ma qui interessa piuttosto la vicenda della colonna.

Spiega Gunther che era scolpita con le antiche immagini ricavate del vaticinio di una Sibilla, riferite al destino dell’impero, con figure di navi e scale erette sulle navi stesse, per mezzo delle quali uomini in armi sembravano espugnare la città. I Greci quelle immagini non le avevano mai prese troppo sul serio, convinti dell’eterna invincibilità di Costantinopoli, ma quando videro le scale montate sulle navi della flotta crociata ebbero paura e con pietre e mazze ferrate aggredirono le figurazioni nella speranza di ribaltare il senso della profezia, tuttavia si trattò di una speranza vana e gli eventi mostrarono come la colonna indicasse la verità. Era la prova indiscutibile del destino riservato da sempre alla città e quindi riguardava in generale tutta la spedizione crociata, ma poi il collegamento specifico a Venezia viene dall’essere stata la flotta predestinata proprio quella della Repubblica e soprattutto furono i Veneziani che «eressero sulle navi loro delle scale eccezionali, una per ogni nave», grazie alle quali entrarono nella città[16].

Il rinvio indiretto (piuttosto che esplicito) al ruolo centrale di Venezia, suggerito dal richiamo alle scale nelle profezie scolpite sulla colonna di Teodosio, diventa chiarissimo sulle pagine dei cronisti lagunari che i pronostici li chiamarono a riprova degli eventi. Così a fine Duecento la Cronica di Marco, che poche righe aveva riservato alla spedizione crociata, sotto il titolo prophecia de Constantinopolim riporta ben tre vaticini legati a nomi di non poco rilievo: Costantino il Grande, il profeta Daniele e l’imperatore Leone il Saggio. Sono testi tradotti da originali greci senza troppo preoccuparsi di come prevedessero anche la fine dell’Impero latino nato nel 1204 e la successiva ripresa di Costantinopoli da parte dei Bizantini avvenuta nel 1261. Anzi: il dato sulla riconquista bizantina con la profezia avveratasi non guasta poiché, corrispondendo al vero, certificava ai tempi del cronista Marco in modo indiscutibile anche la prima parte dei pronostici, quella che premeva a Venezia, segno indubbio di un disegno sublime esattamente previsto dagli antichi veggenti[17]. Comunque la profezia forse più nota e diffusa è quella attribuita alla Sibilla Eritrea. Le lezioni del testo e gli scioglimenti dei simboli (come sempre negli scritti profetici) non sono affatto univoci. Toccava agli interpreti chiarirli, ma la completa legittimazione per Venezia è del tutto evidente:

Fiet potencium in aquis Adriaticis congregatio, ceco preduce, yrcum ambigent, Bisancium profanabuntur… Si farà una unione di potenti nelle acque dell’Adriatico, al comando di un cieco [il doge Dandolo]; contrasteranno il capro [Alessio/l’Impero greco], profaneranno Bisanzio, anneriranno [col fuoco] gli edifici, disperderanno le spoglie. Yrcus non balabit, il capro non belerà fintantoché non trascorrano 54 piedi e 9 pollici e mezzo predestinati [ossia i 54 anni e 9 mesi e mezzo dell’Impero latino].



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