Viaggio al centro della terra. Ediz. integrale by Jules Verne

Viaggio al centro della terra. Ediz. integrale by Jules Verne

autore:Jules Verne [Verne, Jules]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo ventiduesimo

Riprendemmo la discesa, questa volta nell’altra galleria. Hans guidava il gruppo come era sua abitudine. Non avevamo percorso cento passi, che il professore avvicinando la lampada alla muraglia, esclamò:

«Ecco i terreni arcaici! Siamo sulla buona strada! Camminiamo! camminiamo!».

Nel primo periodo della creazione del mondo, a mano a mano che la Terra si raffreddava, la diminuzione di volume causò nella sua crosta spostamenti, crepe, strettoie, rotture. La galleria attraverso la quale stavamo scendendo, era un passaggio per il quale un tempo sfuggiva il granito eruttivo. I suoi mille giri creavano un labirinto inestricabile lungo il suolo primitivo.

Più proseguivamo nella discesa e più la sequenza degli strati che componevano il terreno arcaico veniva alla luce con chiarezza. La geologia prende in esame il terreno arcaico come la base della crosta minerale e ha potuto determinare che è composta da tre strati diversi, gli scisti, i micascisti, che stanno su quella roccia durissima che prende il nome di granito.

Nessuno studioso di mineralogia si era imbattuto in situazioni più adatte per approfondire lo studio della natura del posto. Quel che la sonda, macchina brutale e priva di intelligenza, non poteva portare alla superficie terrestre della struttura interna, noi stavamo per esaminarlo, con i nostri occhi e per toccarlo con le nostre mani.

Lungo gli schisti colorati di belle e diverse variazioni di verde, erano visibili filoni metallici di rame e di manganese, con alcune tracce di platino e oro. Io pensavo a queste immense ricchezze celate all’interno del globo e di cui l’avido genere umano non potrà mai godere, poiché le catastrofi dell’era arcaica hanno sepolto quei tesori a una profondità tale che non vi sarà zappa, vanga o piccone che possa riportarli alla superficie strappandoli al loro posto naturale.

Dopo gli scisti vennero gli gneiss di struttura stratiforme, notevoli per la loro regolarità e per il parallelismo delle loro facciate; quindi i



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