Viaggio intorno al mio cranio (BUR SCRITTORI CONTEMPORANEI) (Italian Edition) by Frigyes Karinthy

autore:Frigyes Karinthy [Karinthy, Frigyes]
La lingua: ita
Format: epub
editore: BUR
pubblicato: 2016-08-10T04:00:00+00:00

XV

Una montagna di teschi (Intermezzo)

Con luce abbagliante nella mia notte brumosa

S’accende d’un tratto l’arco di lampade...

(Da una mia poesia giovanile )

Sì, era la stessa luce abbagliante. Non poteva provenire che dal lontano passato della mia giovinezza ed era tanto più abbagliante quanto più buie erano ormai le mie giornate e le mie veglie. Anche la musica era più forte di quella proveniente dalla hall; il mio udito immaginario integrava il presente con sogni appartenenti a un’antica realtà. E tutto era intenso, inebriante e saturo di vibrazioni come allora, quella sera dei miei diciotto anni che mi aveva ispirato la poesia Al concerto ; non già come se fosse un ricordo, ma come se il passato rivivesse nel presente. E forse non era neppure un concerto ma piuttosto un’opera: forse La marcia nuziale o La romanza d’addio del Lohengrin ? Forse entrambe, in contemporanea. Sul palcoscenico un tumultuare variopinto, cori in costume; dall’orchestra un fortissimo trionfante. Il cavaliere in corazza e mantello bianco non era sul palcoscenico, né avrebbe potuto essere là perché era al mio posto, nel palco, in attesa di entrare in scena. In effetti, sembrava che Lohengrin fossi io o che fossi almeno l’attore che lo doveva impersonare; mi specchiai nervosamente per controllare il trucco con la stessa penosa angoscia che mi prende quando devo tenere una conferenza e sono in attesa di salire sul podio. Sarei salito sul palco se solo avessi saputo che cosa dovevo dire e soprattutto se, nonostante il costume sfarzoso, non fossi stato a piedi nudi... e se fossi stato in grado di pensare, se accanto a me, nel buio del palco, non ci fosse stato qualcuno che bisbigliava, ostinato e monotono, con voce nasale e insinuante… Ma perché bisbigliava? Tanto, a causa del rimbombo dell’orchestra, non avrei comunque potuto comprendere le sue parole. E dovevo essere cortese, non potevo chiedergli di smettere, eppure stava per suonare il campanello che mi invitava a salire sul palcoscenico a tenere la conferenza... Ma cosa avrei letto su quel foglio bianco che avevo dimenticato di riempire? Fa lo stesso! L’atmosfera trascinante mi avrebbe aiutato... Tuttavia dovevo stare attento, molto attento... Ormai non potevo più ritirarmi: la cosa era là, sul palcoscenico, dove forse l’avevo dimenticata durante il primo atto. Dovevo ritrovarla, procedendo cauto, senza che qualcuno se ne accorgesse... Speravo che fosse là, volevo che ci fosse, era certamente lì, chissà dove sul pavimento, forse l’avevano spostata, ma non l’avevano fatta cadere dalla ribalta, perché me ne sarei accorto. Era un bene che fossi scalzo: durante la conferenza avrei tastato con le dita dei piedi e avrei certamente riconosciuto la sostanza molle ed elastica, poco più grande di un uovo di gallina o di una piccola palla. Cautamente avrei tastato sotto il tavolo e se l’avessi ritrovata me la sarei intascata di nascosto, oppure l’avrei distrutta. Ma che ne sarebbe di me se non dovessi ritrovarla, se l’avessero già fatta rotolare nella fossa dell’orchestra? Potrei inseguirla ma non la ritroverei più...

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