Vincere il panico definitivamente: Capire e Guarire dagli attacchi di panico (Italian Edition) by di giulio vincenzo

autore:di giulio, vincenzo [di giulio, vincenzo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-01-19T00:00:00+00:00

Curare il simile con il simile

Rifacendoci a Ippocrate il quale già 400 anni prima di Cristo aveva capito che per curare una malattia c’erano due vie: curare i sintomi con il loro contrario “contraria contraribus curentur”, la seconda curare i sintomi con il simile “Similia Similibus curentur” Con questa locuzione vogliamo porre in evidenza di come il sintomo dei d.a.p. non deve essere motivo di controllo da parte del paziente. Se il paziente comincia a sentire caldo e a sudare (questo può essere l’innesco di un attacco) non deve cercare refrigerio all’esterno o cominciare a spogliarsi, ma rimanere nell’ambiente e continuare a sudare, anzi se può deve fare qualcosa per sudare di più. Se il paziente all’atto di sudare cerca rimedio non fa altro che mettere in atto quel comportamento da evitamento che come si sa è una vera e propria fuga. Invece continuando a sudare prenderà atto che non può né morire né impazzire perché suda. La seconda volta che avrà lo stesso fenomeno saprà gestirlo meglio e avrà un pensiero più funzionale. “Sto sudando perché è caldo. Sto sudando perché sono emotivo, etc”. Se comincia a pensare di non poter respirare deve trattenere il fiato per circa un minuto così capisce cosa significa non respirare, la sua mente si distrae. La prossima volta penserà che forse sta respirando troppo velocemente e prima di preoccuparsi aggiusterà il ritmo respiratorio attraverso gli esercizi già di sua conoscenza. Se l’attacco di panico si dovesse presentare con le vertigini soggettive (non si cade mai con queste vertigini) il paziente può alzare una gamba e mantenersi in equilibrio solo su una. Facendo così la sua mente sarà distratta e prenderà atto di cosa significa non avere un buon equilibrio. Se il paziente ha tachicardia non deve controllarla cercando di ridurre i battiti col pensiero. Appena smette la tachicardia riprende. Se è in condizione di poterlo fare deve cominciare a correre leggermente, altrimenti deve pensare di farlo. Se corre il cuore batte ancora più forte, quando il soggetto si ferma comincia a sentire che il cuore decelera. Un altro spauracchio del paziente d.a.p. è la doccia. I d.a.p. vivono uno stato d’ansia quando stanno sotto la doccia giacché credono che se si dovessero sentire male non possono chiamare aiuto perché nudi. (Senso del pudore). Personalmente consigliamo ai d.a.p, all’inizio, di fare la doccia tenendo addosso gli slip. Ciò li rassicura. Chiamiamo tutte queste accortezze “Tecniche di distrazione”. Le tecniche di distrazioni fanno in modo che il paziente agisca. Il d.a.p. quando agisce difficilmente va sotto attacco. Egli è sotto attacco quando pensa troppo.

Il paziente d.a.p. deve cominciare a costruirsi le sue immagini ideali. Le immagini ideali sono quelle a cui il paziente deve ricorrere quando si trova in autobus, metropolitana, nel traffico, ossia in tutte quelle situazioni da cui crede di non poter scappare. Le immagini ideali per i pazienti d.a.p. possono essere create in due modi: immagine positiva oppure negativa (Ciò è lasciato alla decisione del paziente). Nell’immagine positiva il paziente penserà a tutto ciò che ritiene bello, placido, agognante per lui.

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