Violenza e contagio. L'inconscio mimetico. Volume 2 by Nidesh Lawtoo

autore:Nidesh Lawtoo [Lawtoo, Nidesh]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Antropologia
editore: Mimesis
pubblicato: 2024-09-10T22:00:00+00:00

CAPITOLO 3

INTOSSICAZIONI DIONISIACHE

Culti, cospirazioni e insurrezioni

Friedrich Nietzsche è probabilmente il pensatore più antiplatonico della storia della filosofia. Potrebbe quindi sembrare un partner improbabile per mediare l’ipotesi affettiva scaturita da Platone nell’antichità, per il periodo moderno e contemporaneo. Coerentemente, infatti, Nietzsche afferma nel suo corpus il primato della vita in questo mondo piuttosto che la fede nell’aldilà, pone l' immanenza contro la trascendenza, collega la ragione all'irragionevolezza, privilegia l’estetica rispetto alla metafisica, riconduce la mente al corpo, oltre ad altri gesti di ribaltamento che sono esplicitamente diretti contro Platone e la tradizione idealista da lui inaugurata. Eppure, se guardiamo oltre le introduzioni nei libri di testo di filosofia, ci rendiamo subito conto che le prospettive di Nietzsche non sono mai unilaterali e richiedono importanti qualificazioni genealogiche o, nel nostro linguaggio, pato-logiche. La dinamica dell’agonismo mimetico, che trova in Nietzsche un esempio modernista paradigmatico, ci ha insegnato a riconoscere che dietro una violenta opposizione filosofica diretta contro un antagonista intellettuale a livello di logos filosofico, spesso si nasconde una forte impressione affettiva che viene resa manifesta a livello di pato-logie, cioè di discorsi critici attenti alla logica del pathos mimetico.

Se adottiamo lenti genealogiche, la relazione intellettuale di Nietzsche con Platone in generale e con la critica di quest'ultimo alla mimesi contagiosa e alla potenziale violenza che essa comporta in particolare, è più ambivalente di quanto la posizione antagonista di Nietzsche spesso suggerisca. Come afferma in Ecce Homo (1908): "Attacco solo cose che sono vittoriose”1. E quale causa potrebbe essere più vittoriosa di Platone e del platonismo che ha dominato oltre due millenni di pensiero occidentale? Specificando ulteriormente il suo metodo agonistico, Nietzsche, che in gioventù aveva combattuto in duello, continua il suo racconto di questa dinamica agonistica come segue: “La forza dell'attaccante una sorta di criterio di misura |Maß] nel nemico di cui ha bisogno; ogni crescita si rivela nella ricerca di un avversario o di un problema più potente: perché un filosofo che sia combattivo sfida a duello anche i problemi” (EH 7;844). Come discusso nel volume 1, questa opposizione intellettuale fa parte di un agonismo mimetico che Nietzsche eredita, in compagnia di Jacob Burckhardt, dagli antichi, e che mette a frutto in modo pato-logico nei confronti dei moderni e, a un certo punto, anche verso i contemporanei2. Per Nietzsche, infatti, una forma agonistica di violenza concettuale contro una teoria influente precedente, o un avversario, non è una mossa negativa ma affermativa. Perché? Perché considera quest'ultimo “un degno nemico, sul quale può provare la propria forza” (NT 111). Qui troviamo un'altra conferma che l'agonismo mimetico è una strategia filosofica per sviluppare un logos critico sulla dinamica del pathos mimetico. Possiamo continuare a utilizzarla per risolvere gli enigmi antichi, moderni e contemporanei che, ancora oggi, continuano a oscillare, come un pendolo, tra ipotesi contagiose/ catartiche in competizione.

Data la dimensione intellettualmente produttiva di questo metodo agonistico, dobbiamo ricordare che per i genealogisti della violenza, l'agonismo mimetico e il "pathos"' che lo anima si allontanano in modo originale dalle concezioni dominanti dell'inconscio. Se si

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