Vita e morte dell'immagine. Una storia dello sguardo in Occidente by Régis Debray

Vita e morte dell'immagine. Una storia dello sguardo in Occidente by Régis Debray

autore:Régis Debray
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2014-11-16T16:00:00+00:00


La profanazione del mondo

Perché la natura venga considerata come composta da pezzi e non come supporto di un voto o di una devozione, trattata come spettacolo in sé, consapevolmente ritagliata con un effetto di cornice, portatrice di una grazia propria e non mutuata dal registro religioso, ci sono voluti tanto un’educazione morale dell’occhio quanto un apprendistato tecnico della mano. Una conversione dello sguardo alla terra, cioè una diserzione dal Cielo. E l’abbandono delle metafore.

Se la natura è ovunque, il paesaggio non può nascere che nell’occhio del cittadino, che lo guarda da lontano perché non deve lavorarci ogni giorno, con il naso all’insù. Il contadino si fa beffe del paesaggio, perché il bisogno lo strangola e perché suda piegando la schiena, come quel fattore provenzale di cui parlava Cézanne, che se ne andava sul suo carretto a vendere patate al mercato e «non aveva mai visto la Sainte-Victoire». Solo l’urbanizzato, già sufficientemente sicuro di sopravvivere, può dedicarsi ai piaceri della passeggiata e della contemplazione. Così come il paesaggio non è la natura nutrice e sporca del contadino, l’arte non è l’insieme delle immagini in seno alle quali cresce una società che presta loro la sua fede (i vasi greci sono diventati in Europa oggetti d’arte nel XVIII secolo. Prima di allora non erano degni di figurare nelle collezioni del mondo cristiano). L’arte e il paesaggio sono delle attitudini di coscienza. «Uno stato d’animo», diceva Amiel del paesaggio. Cioè un mito, come si chiama ogni credenza condivisa.

L’atteggiamento descrittivo o documentario esige dunque, evidentemente, un occhio liberato dalle schiavitù della mano. Più profondamente, presuppone un sacro che si rischiara, un cosmo alleggerito di tutto il suo peso notturno, il volto cupo del numeri originario. Qualcosa come l’arrotondamento degli angoli, un clima nuovo di connivenza o di cordialità tra l’uomo e il suo ambiente. E dunque un primo imborghesimento. Individualismo e capitalismo sono condizioni propizie per osare aprire gli occhi, da profani, sulle acque, i monti e i boschi. Ci serve un inizio di padronanza delle distanze e delle forze naturali, un certo avanzamento del commercio, della navigazione, delle dighe e dei mulini a vento, per disimpegnare una tale capacità di esattezza, stimolata all’occorrenza dal bisogno di valutare un carico, di squadrare un cliente, di scegliere le mercanzie al primo colpo d’occhio. Come se un minimo di benessere fosse necessario alla felicità di vedere, piacere tutto domestico lontano tanto dall’idillio quanto dalla tragedia. Questo rimpatrio dell'infinito, questo addomesticamento dell’immaginario, ecco delle prodezze che sole rendono possibili l’incontro delle libere individualità e di un esordio della sicurezza collettiva. Apparso presso i Fiamminghi (i nostri Belgi), il paesaggio è sbocciato in Olanda. La sua pittura, descrittiva più che narrativa, era meno asservita della sua rivale italiana a una cultura mitologica, letteraria o clericale13. Proibendo la pittura religiosa, Calvino non lasciava altra pastura ai pittori se non il mondo profano. L’immagine pia, interdetta, restava la natura morta e vivente. Ad Amsterdam e dintorni, il mercante emancipato dal denaro, relativamente tollerante, si sente abilitato a esplorare il proprio



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.