Vittorio Feltri by Atalanta. La Dea che mi fa godere (2021)

autore:Atalanta. La Dea che mi fa godere (2021)
Format: epub

6

Il segreto

E comunque, da qualunque parte si voglia ammirare e raccontare la Dea, qualsiasi giro lungo o corto si voglia affrontare per inquadrarla e definirla, presto o tardi bisogna sempre arrivare lì, al nucleo centrale, al baricentro, diciamo pure all’essenza prima e ultima, la sola che davvero possa distinguere l’Atalanta da tutte le altre, la sola che prima ancora dell’ultimo boom già la faceva conoscere e riconoscere in giro per il mondo: la sua anima giovane, la sua inesauribile tenerezza per i propri figli, la sua passione materna nella crescita e nell’educazione dei ragazzini di casa. Non è possibile, proprio non è possibile per nessun motivo, parlare dell’Atalanta senza fermarsi a parlare con i dovuti toni e i dovuti modi dei suoi giovani. Come se li spupazza lei, non se li spupazza nessuno.

Ci sono vocazioni che arrivano da chissà dove, da chissà chi, chissà perché, ma sono richiami ancestrali cui si obbedisce in modo naturale, come per un’inerzia inarrestabile, giorno dopo giorno, negli anni, per sempre. Tra alti e bassi, cataclismi e letizie, felicità e dolori, che una storia così lunga inevitabilmente si porta dietro, mai e poi mai viene a mancare questo tratto distintivo. È il vero, unico, inconfondibile filo rosso che cuce tutte le stagioni, le magnifiche e le pessime, le anonime e le indimenticabili: sempre l’Atalanta è comunque percepita e raccontata, da dirigenti federali e da osservatori paludati, da cronisti locali e da inviati asiatici, dai nonni della bocciofila e dall’Ordine dei dentisti, come la squadra del grande vivaio, del settore giovanile più fertile, anche e persino del modello da imitare per salvare quel poco di identità ruspante e quel tanto di conti disastrati.

Questa invidiata fama di società a chilometro zero è talmente diffusa e riconosciuta che i signori del marketing non esitano a definirla nella loro lingua ostrogota un brand d’alta gamma. Prima dei gasperinos indemoniati, prima della nuova stagione di spettacolo globalizzato, che è poi un prodotto di lusso solo degli ultimissimi anni, l’Atalanta sta da sempre esposta nelle vetrine dello sport mondiale come un’impareggiabile fabbrica di giocatori, non necessariamente tutti pezzi unici e pregiati come i violini Stradivari, ma sempre con l’impronta inconfondibile di quei laboratori e di quegli artigiani.

I giovani: ciò che per le altre città può essere un trascurabile dettaglio, così trascurabile da essere infatti trascurato, per Bergamo è da sempre il cuore della storia. Da qui bisogna partire, come minimo da qui bisogna per forza passare. L’Atalanta è una grande mamma che alleva bravi figli. La sua bellezza, inspiegabile, è che dal 1907 riesce a essere sempre gravida. Come la mamma degli imbecilli, uguale.

Chiaramente c’è un motivo se chiunque racconti Bergamo e la sua Atalanta può benissimo dimenticare qualcuno o sottovalutare qualcosa, ma mai e poi mai potrebbe ignorare il filone distintivo del vivaio. Il motivo è per metà già spiegato: si parla di un insondabile richiamo metafisico, come un perentorio ordine del destino, tant’è vero che già quando l’Atalanta comincia, nel primo Novecento, il suo sguardo cade in modo spontaneo e naturale sul mondo fresco e verde dei ragazzini.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.