Voce e pianoforte by Bruno Bruni

Voce e pianoforte by Bruno Bruni

autore:Bruno Bruni [Bruni, Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, Contemporary, Contemporary Women
ISBN: 9788866902706
Google: 5j--CgAAQBAJ
editore: Edizioni Esordienti E-book
pubblicato: 2015-10-13T16:24:49+00:00


Michele

Era mercoledì, lo so perché era una serata di Coppa, stavamo chiudendo l’ufficio, naturalmente gli ultimi rimasti eravamo io e Irma, la mia segretaria. Quella sera mi aspettavano al solito locale, il covo dei tifosi che ogni tanto frequento, quando ho tempo, tutto combinato. E suonano al campanello. Attraverso il vetro smerigliato si vedeva una sagoma scura. Ho aperto deciso a cacciare via chiunque, la partita non aspetta.

Mi sono ritrovato uno spaventapasseri scuro che mi buttava le braccia al collo, stampandomi un bacio con lo schiocco sulle labbra. Era Alice, l’ho riconosciuta, ma conciata come quella sera del nubifragio. Da punk tutta nera, con gli occhi truccati all’inverosimile.

Probabilmente avevo un’espressione idiota, ma in compenso Irma sembrava il ritratto della sorpresa. Alice le ha dato appena uno sguardo, distratta.

“So che hai visto la mia gemella Alice” ha detto tranquilla, e per fortuna smettendo di abbracciarmi.

Ho risposto qualcosa che non ricordo. Lei mi puntava contro il dito, anche le unghie erano viola come i capelli.

“So anche che ti hanno detto di sicuro che non siamo due. Hanno interesse a dire così, ma non è di questo che ti volevo parlare.”

Cominciavo a essere sulle spine. Ho pensato che fosse completamente fatta. Irma ci guardava praticamente a bocca aperta.

“Mi offri una pizza?” intanto che lo diceva mi aveva preso sottobraccio, appiccicandosi contro. “Sei troppo carino. Credo che mi innamorerò di te” e sembrava tutta seria.

Sono arrossito di sicuro, Irma era improvvisamente paonazza. Ha brontolato un “Allora io scappo” in fretta, ed è davvero sgusciata fuori in un amen. La ragazza ha fatto una risatina.

“È cotta di te, quella.”

“Irma? Non dire scemenze. Lavora con me da dieci anni, è una all’antica, ha un fidanzato.”

Ma lei scuoteva la testa.”Sei tu che dici scemenze. In questo momento starà singhiozzando per strada, odiandomi. A volte sono maligna. Allora, la pizza? Dicevo sul serio.”

Quegli occhioni neri profondi e tutti cerchiati come un clown mi guardavano fisso. Giuro che in quel momento non sapevo come cavarmela. Lei ha sorriso. “Lo so che c’è la partita, stasera. La guardiamo insieme. Dopo ti devo assolutamente parlare. È importante, davvero. Ti prego, non dire no.”

L’idea di portarmela al bar mi è balenata per un secondo, ma era assolutamente improponibile. Non potevo farmi vedere da tutti quei maschietti con una ragazzina truccata da pupazzo. La mia reputazione sarebbe andata a puttane. Ho detto la prima cosa che mi è venuta alla mente.

“Avevo intenzione di andare a casa, ordinare una pizza e guardare la TV solo e tranquillo. Se vuoi, puoi farmi compagnia. Così parliamo, ma solo a partita terminata. Non sono ammesse distrazioni.”

“Accetto” strillava contenta. Io ero già pentito di averlo detto, ma ormai era fatta.

Dal garage sotterraneo di casa mia si accede direttamente agli ascensori. Fortuna che non c’era nessun coinquilino in vista, era troppo imbarazzante il pensiero di dover salutare qualcuno mentre mi portavo a casa una ragazza troppo giovane conciata così. L’appartamento è una figata, anche se non è fine dirlo. Mobili firmati, luci soffuse, gadgets elettronici d’ogni tipo. Per chi entra, l’impressione è precisa: la casa di un uomo raffinato.



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