Vreeland Susan - 2002 - La passione di Artemisia by Vreeland Susan

Vreeland Susan - 2002 - La passione di Artemisia by Vreeland Susan

autore:Vreeland Susan
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Literary, Fiction
ISBN: 9788854504905
editore: Neri Pozza Editore
pubblicato: 2010-12-21T23:00:00+00:00


15. Pietro

Faceva freddo. Era febbraio. Ormai s'era all'imbrunire.

Avevo finito la terra d'ombra e il giallo di Napoli. Rovesciai sul tavolo il contenuto della borsa azzurra di papà, che avevo riempito con le monete ricevute da Cosimo per le tre commissioni ricevute dopo la Maddalena penitente: aveva pagato generosamente perché avevo soddisfatto l'arciduchessa.

Ma ora la borsa era quasi vuota.

Attratta dal rumore, Palmira si allontanò dal caminetto e mi aiutò a fare dei mucchietti con le monete, a seconda del loro valore, per contarle. Sei zecchini veneziani, cinque piastre, un giulio, uno scudo, che valeva sette lire, e quattro lire.

Quattro lire potevano nutrire una persona per una settimana.

Palmira premette l'indice sul lucente giulio d'argento e lo tirò fino al bordo del tavolo. «Posso prenderlo, mamma?»

«No. Mi serve».

Il pugnetto vi si chiuse attorno e sparì sotto il tavolo.

«Dammelo», le ordinai.

Nascose la mano dietro la schiena e scosse la testa.

«Palmira, restituiscilo!»

Scappò via e io la inseguii fuori dalla porta sul balcone.

«Cattiva. Dammelo». L'afferrai per le spalle e la sculacciai.

Si mise a urlare, si divincolò dalla mia presa e gettò la moneta dal balcone.

«Sei avara», disse con uno sguardo d'odio e corse dentro, inciampò nel mio cavalletto e lo fece cadere. La mia Santa Caterina, non ancora finita, si rovesciò a terra. Palmira vi rimase sopra, un po' per sfida e un po' con timore.

«Hai fatto una cosa orribile! Dovresti vergognarti. Vai a letto».

«Non devo andarci. Adesso ho otto anni».

«No, non ancora! Hai sette anni e mezzo! Non ti voglio nemmeno vedere. Vai a letto!»

Sollevò il piede, come se volesse calpestare il dipinto.

«No!» urlai e allungai le mani verso di lei. Corse in camera e si gettò sul letto. Chiusi la porta sbattendola e mi appoggiai alla parete.

Era così che sarebbe finita? A questo sarei arrivata? A una stupida lite con una bambina? Sistemai Santa Caterina sul cavalletto - la santa che dipingeva e comprava dipinti dalle donne per il suo convento di Bologna. Se solo fosse stata ancora in vita.

Forse non ero davvero abbastanza brava per guadagnarmi da vivere con la pittura. Forse papà mi aveva riempito la testa di ambizioni errate. Forse stavo vivendo un sogno folle.

Rimisi le monete nella piccola borsa e cercai di pensare con calma. Quei soldi dovevano servire per acquistare solo il cibo, finché non avessi avuto una nuova commissione.

Cosimo però non voleva altri quadri, ora che era impegnato a ingrandire Palazzo Pitti, ed erano sei mesi che non ricevevo commissioni. Ma dovevo ugualmente continuare a dipingere per avere dei lavori da mostrare. Avrei comprato solo una piccola quantità di giallo di Napoli.

Se avessi cercato un nuovo committente in quella stessa città sarei apparsa sleale, ma non se avessi lavorato per una chiesa. Il giorno seguente lasciai Palmira da Fina e, felice di avere del tempo tutto per me, avvolsi la mia Santa Caterina non ancora finita in un panno e la portai a Santa Maria del Carmine, dove si sarebbe potuto trovare un posto per lei in qualche cappella.

Chiesi a un giovane prete se potevo parlare con il monsignore e attesi nella Cappella Brancacci, la mia preferita per l'Adamo ed Eva di Masaccio.



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