Whiteout. Coraggio, audacia, speranza by Anna Torretta Eleonora Delnevo

Whiteout. Coraggio, audacia, speranza by Anna Torretta Eleonora Delnevo

autore:Anna Torretta, Eleonora Delnevo [Delnevo, Anna Torretta, Eleonora]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Hoepli
pubblicato: 2020-03-08T23:00:00+00:00


PARTE SECONDA

Incontro

Se incontrarsi resta una magia è non perdersi la vera favola.

Massimo Gramellini

Sono al TEDx di Chamonix con il mio amico Corrado per sentire Lola, invitata per raccontare la sua esperienza su El Capitan. La presentazione è finita, i relatori sono tutti allineati sul palco per ricevere l’ultimo applauso, ci sono il videomaker, la scienziata, l’ingegnere. E poi ci sono loro due: Lola, impeccabile, con la frangetta e un tubino nero attillato che le sta da Dio. E questa ragazza polacca che fa la palombara, Dorota Bankowska, Dot per gli amici. Mi ha letteralmente conquistata, e non solo perché è riuscita nell’impresa di silenziare Corrado, una specie di folletto con una cultura immensa, seconda solo alla passione che mette nel parlare. Al termine del suo speech non ha proferito parola, commentando solo: “Che tosta...”.

Ha ragione Corrado. È così, si vede anche adesso, mentre gli altri si godono l’applauso, Dot allunga il braccio e, sebbene tra loro ci sia una persona, stringe la mano a Lola, come se ci fosse qualcosa che le unisce, come se si riconoscessero, loro che è la prima volta che si incrociano.

È tosta per quello che ha raccontato, per il mondo che ha descritto e per il modo in cui è riuscita a prendersi il suo spazio.

Ci siamo, dopo il lungo applauso e la stretta di mano tra Dot e Lola, quello scambio di sguardi e quel sorriso pieno di umanità, ammirazione e curiosità verso chi ha raccontato una vita comunque fuori dal comune, Lola scende dal palco. Facciamo per andarle incontro, ma è una gara di spintoni, con il pubblico che la accoglie neanche fosse la prima ballerina del Teatro Regio di Torino.

“Sei stata bravissima!”, le dico orgogliosa nell’orecchio appena riesco ad avvicinarla. “E con questo vestito sei uno schianto! Cosa ne dici se...”. Non faccio in tempo a finire la frase che un ragazzo si infila tra noi chiedendole un selfie, così mi volto e... Dot! Nella calca c’è anche lei, la palombara polacca, che subito rapisce la mia attenzione, e non potrebbe essere altrimenti: al di là delle storie incredibili che ha raccontato, tutto mi sarei aspettata, tranne che trovare una diver ai piedi del Monte Bianco, tra Guide Alpine, sci alpinisti e via dicendo. Ripenso a come ci sono rimasta di stucco poco fa, quando, con la sua camicia rossa e il suo inglese perfetto, ha raccontato della sua passione per le scalate, che arrampicata e immersioni rappresentano da sempre i punti fermi della sua vita, mentre alle sue spalle scorrevano le immagini di lei in muta, sorridente, con il casco da 15 chili sottobraccio. Mi ha colpito sentirla dire che la testa è tutto, che senza determinazione non ce la fai nemmeno se sei preparatissimo, se hai l’attrezzatura migliore, se il tempo è perfetto… Non ce la fai nemmeno se sei un uomo. Nel suo campo come nel mio.

Mi incuriosisce, mi attrae, ma io, che nonostante la timidezza ho imparato a non farmi troppe menate, stavolta sono imbarazzata. Così resto lì



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