Yates Richard - 2001 - Proprietà privata by Yates Richard

autore:Yates Richard
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Classics, General, Short Stories (single author), Fiction
ISBN: 9788875219741
editore: Minimum Fax
pubblicato: 2018-06-05T22:00:00+00:00

LADRI

«Il talento», disse Robert Blaine con la sua lenta voce da invalido, «è soltanto questione di sapersi gestire». Si lasciò andare sul cuscino, con gli occhi luccicanti, e mosse le gambe ossute sotto il lenzuolo. «Questo risponde alla tua domanda?»

«Be’, però aspetta un attimo, Bob», replicò Jones. La sua sedia a rotelle era accostata rispettosamente a fianco del letto e sembrava concentrato sulla conversazione ma insoddisfatto, perché non era d’accordo. «Non lo definirei come sapersi gestire, non esattamente. Insomma, non dipende in gran parte dal genere particolare di talento di cui stai parlando, dal settore particolare in cui si opera?»

«Ah, settore un cazzo», rispose Blaine. «Il talento è talento».

Così ebbe inizio la chiacchierata serale presso il letto di Blaine. C’era sempre un momento di pausa nel reparto tubercolosi dopo che erano stati portati via i carrelli con i vassoi della cena, quando il sole proiettava lunghe strisce gialle sul pavimento sotto le finestre che davano a occidente e faceva baluginare i raggi argentati delle sedie a rotelle che trovava sul suo percorso; era il momento nel quale la maggior parte dei trenta ospiti del reparto si riunivano in capannelli per parlare o giocare a carte. Jones di solito andava a trovare Blaine nel suo letto. Trovava che Blaine fosse un uomo coltissimo e il miglior conversatore del padiglione, e se c’era una cosa che Jones adorava, come diceva lui, era una bella cianciata. Quella sera si era unito a loro il giovane O’Grady, un pezzo d’uomo da poco arrivato nel reparto che adesso sedeva curvo ai piedi del letto di Blaine, con gli occhi che guizzavano dall’uno all’altro dei due interlocutori. Cos’era il talento? Blaine aveva usato quella parola, Jones ne aveva chiesto una definizione e adesso le linee erano tracciate: più nette di così non si poteva.

«È la migliore definizione che posso darti», disse Blaine. «L’unica definizione che c’è. Sapersi gestire. E il non plus ultra del talento è il genio, che è quello che mette personaggi come Louis Armstrong e Dostoevskij in una categoria a parte fra i trombettisti e i romanzieri. Un sacco di gente ne sa più di Armstrong in fatto di musica; è il modo in cui si gestisce a fare la differenza. Lo stesso vale per un giocatore di baseball di prim’ordine o un medico di prim’ordine o uno storico come Gibbon. Semplicissimo».

«Certo, proprio così», commentò solenne O’Grady. «Prendi uno come Branch Rickey, lui sa tutto quello c’è da sapere sul baseball, ma questo non vuol dire che sarebbe un grande giocatore».

«Ecco», rispose Blaine, «il concetto è questo». E O’Grady annuì, compiaciuto.

«Oh-oh, aspetta un momento, però, Bob...» Jones si agitò con impazienza sulla sedia a rotelle, eccitato dall’ingegnosità del concetto che stava per esprimere. «Mi sa che su questo ti ho beccato. Branch Rickey ha molto talento... ma come dirigente di una squadra di baseball. È quello il campo in cui ha talento; non deve mica giocare».

«Ah, Jones». Il viso di Blaine si contorse in una smorfia esasperata. «Tornatene a letto a leggere i tuoi fumetti, per l’amor del cielo».

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