Yoshimoto Banana - 1989 - Tsugumi by Yoshimoto Banana

Yoshimoto Banana - 1989 - Tsugumi by Yoshimoto Banana

autore:Yoshimoto Banana
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788858801048
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2002-10-16T22:00:00+00:00


Nuotando con papà.

Sulla storia di Tsugumi e Kyoichi, cominciò ad ac-

centrarsi l'interesse della gente. Quando andavano a

passeggiare sulla spiaggia, risaltavano in una maniera

incredibile. Non era affatto una novità che Tsugumi

uscisse con un ragazzo, eppure quando loro due cam-

minavano per il paese, chissà perchè sembrava che

emettessero una luce particolare, come due fidanzati

in giro per un paese straniero. Con i cani al seguito, li

trovavi sempre da qualche parte lungo la spiaggia. I lo-

ro sguardi, intenti a osservare l'orizzonte, facevano

provare una certa nostalgia alle persone che li guarda-

vano da lontano, come se si fosse trattato di un vec-

chio sogno.

In casa, Tsugumi se la prendeva come sempre con

quelli della famiglia, se anche prendeva a calci la sco-

della di Pochi non chiedeva scusa, si addormentava

mezza nuda ovunque le capitasse, ma quando era con

Kyoichi si faceva raggiante di gioia. Sembrava quasi

che avesse fretta di vivere. Una preoccupazione sottile,

come un raggio di luce fra le nuvole, nasceva nel pro-

fondo del cuore di noi che le stavamo intorno procu-

randoci un dolore pungente.

Il suo modo di vivere faceva sempre paura.

Era come se il suo corpo venisse trascinato a forza

dai sentimenti che, con il loro bagliore, riducevano di

momento in momento la durata della sua vita.

"Mariaaa! "

Papà urlò il mio nome così forte che dalla vergogna

mi sentii sprofondare, poi mi salutò con la mano dal fi-

nestrino dell'autobus. Mi alzai e mi diressi verso la

banchina degli arrivi. Fissai quell'enorme mezzo men-

tre dalla strada faceva manovra per entrare nel par-

cheggio, emanando aria calda e un rumore assordante.

Sotto i raggi del sole, quella era una vista soffocante.

Le porte si aprirono e papà scese in mezzo a una fila

di turisti variopinti.

La mamma non era venuta. Al telefono mi aveva

detto che non le andava di venire al mare d'estate per-

ch‚ poi ne avrebbe sentito una nostalgia incredibile e

avrebbe pianto in continuazione. Sarebbe venuta con

più calma all'inizio dell'autunno per il trasloco, forse

perch‚ voleva vedere con i suoi occhi la morte della

pensione Yamamoto. Papà, invece, voleva venire a tutti

i costi, anche da solo. Sognava di poter trascorrere le

vacanze con la sua "figliola cresciuta" e così era venu-

to con l'intenzione di fermarsi per la notte. Mi sembra-

va un po' strano che tutto fosse cambiato in quel mo-

do. Era trascorso talmente poco tempo da quando ogni

fine settimana veniva da Tokyo per vedere me e la

mamma. Già, d'estate, quando ero piccola, mi piaceva

da morire stare seduta sotto il sole, su degli scalini di

cemento, con il cappello in testa e i sandali ai piedi, ad

aspettare l'autobus con cui sarebbe arrivato. Soffriva

il mal di mare e quindi non prendeva mai la nave.

Aspettavo con ansia la scena dell'incontro del padre

con la figlia che vivevano separati. Di solito la mamma

era impegnata con il lavoro, così che andavo sempre io

a prenderlo a mezzogiorno. Cercavo il suo viso ai fine-

strini degli enormi autobus che arrivavano uno dopo

l'altro.

Succedeva la stessa cosa anche in autunno e in in-

verno, ma se cerco di ricordarmene, mi sembra che

fosse sempre estate. Sotto i raggi abbaglianti del sole,

scendeva dall'autobus tutto sorridente.

Papà portava un paio di occhiali da sole da ragaz-

zino; quando lo vidi, provai uno shock tale che, d'im-

provviso, ripiombai nei miei diciannove anni.



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