Yovanoff Brenna - 2010 - Il sostituto by Yovanoff Brenna

autore:Yovanoff Brenna
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Fantasy, General, Fiction
ISBN: 9788895313368
editore: Asengard
pubblicato: 2012-06-01T22:00:00+00:00

LA CONFESSIONE

CAPITOLO DICIASSETTE

Il giorno successivo arrivai a scuola inebetito. Continuavo a dormire poco, ma il ricostituente rendeva le cose gestibili. Roswell volle sapere cosa avesse turbato così tanto Tate, e gli raccontai una storia completamente priva senso sul fatto che ero stato male in macchina; non mi credette, ma non mi chiese altro.

Avevo passato la mattina a prepararmi a incontrare di nuovo Tate, ma lei non era a scuola. Era il primo giorno di assenza dopo il funerale e avrebbe potuto essere solo in ritardo. Però non potevo evitare di pensare che, dopo avermi raccontato la storia di sua sorella, o per il fatto che l’avevo baciata, stesse cercando di evitarmi.

L’idea mi sollevò più del previsto. Negli ultimi giorni la mia vita era diventata parecchio incasinata e Tate era una complicazione che non sapevo come gestire. Però, nel corso della giornata, durante le lezioni e la correzione dei compiti, mi trovai spesso a ripensare al nostro bacio.

Appena arrivato a casa tutto quello che volevo era sedermi davanti al televisore e spegnere il cervello.

Quando entrai dalla porta Emma stava ridendo. Uscì dalla sala mentre mi stavo pulendo le scarpe e togliendo la giacca bagnata. Sorrise, con il suo solito sorriso ampio, come se non fosse in grado di evitarlo nemmeno se lo avesse voluto: evidentemente era successo qualcosa di divertente. Aveva addosso un cappello da pioggia nero.

«È di Janice» mi disse, togliendosi il cappello e tentando di dare una forma ai capelli. «Stavamo solo cazzeggiando.» Mi si avvicinò, preoccupata, mi prese il viso fra le mani e mi abbassò così che potesse guardarmi bene. «Sembri esausto. Sei sicuro di essere a posto?»

Annuii e mi stupii quando mi resi conto che stavo dicendo la verità. Ero stanchissimo per il solo fatto di essere stato fuori tutta la notte. «Sono solo stanco.»

Emma mi guardò dubbiosa e uscì. Presi una mela dalla cucina, poi andai in soggiorno per vedere cosa stesse facendo con Janice.

Era sul divano che sfogliava un libro di testo. Aveva i capelli che le incorniciavano il volto ed era tornata ad avere un aspetto semplice e infelice.

«Cosa ci fai qui?» le chiesi. «Vi ho dato tutto quello che volevate, smettila di tormentare Emma.»

Janice passò all’indice, poi di nuovo ai capitoli. «Non la sto tormentando. Stiamo facendo i compiti. E non per essere pedante, ma è stata lei a venire da me. Non ero in cerca di bei musicisti, stavo solo frequentando le lezioni.»

Mi misi a sedere davanti a lei e la guardai scrivere qualche nota nel suo libretto rilegato in pelle. «Perché una come te va a scuola? A quale scopo?»

Janice passò un dito sulla didascalia sotto a un diagramma a colori, poi alzò lo sguardo. «Per imparare tutto il possibile nel mio campo.»

Alzai le sopracciglia. «Il tuo campo?»

«Farmacologia, come lo chiamano adesso.» Chiuse il libro e si appoggiò allo schienale. «La conoscenza scientifica cambia così velocemente che è difficile tenersi aggiornati, ma Emma è stata gentilissima. Mi insegna parecchio sul giardinaggio. Non ho mai coltivato niente prima d’ora e mi piace capire concetti come la propagazione dei semi.

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