Zancan Niccolò - 2019 - Uno su quattro. Storie di ragazzi senza studio né lavoro by Zancan Niccolò

autore:Zancan Niccolò [Zancan Niccolò]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica/Società/Economia
ISBN: 9788858136751
editore: Laterza
pubblicato: 2019-03-15T00:00:00+00:00

Capitolo 4.

Pontelangorino, Ferrara. Storia di Denis, giocatore di pallone con le gambe magre. Bocciato in prima media nel piccolo paese teatro di un duplice omicidio

Questa notte al Club One non c’è neanche una ragazza. Forse è colpa della pioggia. Finalmente, tantissima pioggia. Una pioggia appuntita e fredda che picchia nella terra dura e bagna i campi di cavolfiori e quelli coltivati a soia.

È lunedì sera. La strada provinciale 62 è lucida come uno specchio. E dentro lo specchio, niente. Solo una fila di piccole case che sembrano morte. Hanno muri marci e serrande abbassate, le luci sono tutte spente. A parte la vetrina illuminata di un negozio: potrebbe essere quella di una macelleria o di un tabaccaio. Non si vede bene. Perché lì davanti, proprio all’ingresso, hanno montato una veranda chiusa con dei teli di nylon. È la sala fumatori del Club One.

Gli avventori sono quattordici compreso il barista.

Denis, 19 anni, disoccupato con in tasca un diploma di pesca, ordina un tè freddo al limone.

– Ma come un tè freddo, Denis?

– Serata tranquilla. E comunque, se lo vuoi sapere, non mi sono mai ubriacato da ribaltarmi per terra.

– Davvero?

– Mai in vita mia. Non è una cosa che fa per me.

– Qual è il tuo massimo livello alcolico?

– Due vodka alla menta. Quando d’estate vado all’Ipanema al Lido di Volano.

– Fumi?

– Tre o quattro sigarette al giorno. Quelle vere però, non elettroniche. Più che altro è un passatempo. Mi piace cambiare marca.

– E com’è l’Ipanema?

– Ci sono quelli che vanno lì apposta per mettersi a discutere con qualcuno. Escono per litigare. Secondo me hanno dei problemi. Sono aggressivi. Ce ne sono tanti.

Il barista del Club One si chiama Marcello Cavallari, ha 33 anni. La sua famiglia ha sempre lavorato nei locali della zona, ma adesso quel mestiere non basta più. «Ho un piccolo laboratorio a casa», dice sciacquando le tazzine sporche. «Faccio assemblaggio di schede elettroniche. Lavoro in media 20 ore al giorno». Il suo argomento preferito dietro al bancone, specie nelle serate di nebbia, noia e soli maschi, sono i migranti. «Se ne devono andare, la penso come Salvini», dice con tono solenne. E tutti, questa sera al Club One, sembrano essere d’accordo con lui. Sempre, premettendo la stessa frase: «Io non sono razzista ma...». Ma cosa? «Rompono i coglioni». «Vengono qui e non fanno niente». «Di notte non si sta più tranquilli neppure a casa nostra». «Io mica vado in Africa ad imporre le mie leggi». «Passano il tempo a ciondolare».

– Dicono così per dire – cerca di giustificarli un altro avventore, il più timido. Si chiama Luca Salmi, ha 19 anni, il fisico da rugbista e la faccia bonaria. – Vorrei fare l’agricoltore come mio padre. Lavorare all’asparago e al radicchio di Bosco Mesola. Ma l’ostacolo è il mercato. I prezzi sono troppo bassi. Non c’è guadagno. Prendono nei campi i lavoratori romeni per quel motivo. Per pagarli di meno.

Denis finisce il tè e non dice niente.

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