Zelensky by Sergii Rudenko

Zelensky by Sergii Rudenko

autore:Sergii Rudenko [Rudenko, Sergii]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Nutrimenti
pubblicato: 2022-06-21T22:00:00+00:00


Episodio 20. Un compagno di viaggio per Zelensky

Il 28 maggio 2019, una settimana dopo l’inaugurazione della sua presidenza, Volodymyr Zelensky ha restituito a Mikhail Saakashvili la cittadinanza ucraina. Il nuovo presidente dell’Ucraina era convinto che il suo predecessore avesse trattato ingiustamente l’ex capo della Georgia. Probabilmente, Zelensky voleva che il ritorno di Saakashvili fosse visto come un simbolo del ripristino della giustizia dopo l’era del ‘ciarlatano’ Poroshenko. Mikhail, che era stato deportato in Polonia dall’Ucraina con un sacco in testa, adesso sentiva come un vero trionfo il suo ritorno in Ucraina.

Nel 2015, quando Saakashvili aveva ricevuto la cittadinanza ucraina ed era diventato il capo dell’Amministrazione statale regionale di Odessa, Petro Poroshenko aveva cantato le lodi dell’ex presidente della Georgia e della loro amicizia di lunga data.

Poroshenko e Saakashvili hanno studiato presso la Facoltà di Relazioni internazionali dell’Università statale di Kiev quasi nello stesso periodo (a tal proposito, l’attuale capo dell’Ufficio del Presidente, Andriy Jermak, si è laureato presso la stessa facoltà solo pochi anni dopo). Si sono schierati con la ‘rivoluzione arancione’, hanno stretto amicizia con il presidente Viktor Jushchenko e sono persino diventati i padrini del figlio di Viktor Andreevich. E nel 2014, dopo la ‘rivoluzione della dignità’, Saakashvili ha sostenuto Poroshenko durante la corsa presidenziale.

Sembrava che l’amicizia dei compagni di classe non sarebbe mai finita. Nessuno avrebbe mai nemmeno immaginato che Saakashvili avrebbe iniziato a insultare pubblicamente Poroshenko rivolgendogli l’appellativo dispregiativo di ‘ciarlatano’ e invitando gli ucraini a rovesciare l’amico (in risposta, Poroshenko priverà Mikhail del suo passaporto ucraino e lo farà deportare dal paese).

La natura focosa di Saakashvili, così come i suoi conflitti con quasi l’intera élite al potere dell’Ucraina dell’epoca, hanno trasformato rapidamente l’ex presidente georgiano in un mostro della politica in fuga dal Servizio di Sicurezza dell’Ucraina sui tetti delle case di Kiev.

La presidenza di Poroshenko è stata ovviamente una delle più difficili e drammatiche nella biografia politica di Mikhail Saakashvili. Prima le accuse di complotto per mettere in atto un colpo di Stato, poi la detenzione e la deportazione in Polonia. Di conseguenza, uno degli autori del ‘miracolo georgiano’, del quale Poroshenko, come Zelensky, sembra aver voluto fare un padre nobile delle riforme ucraine, è stato costretto a rimanere per un certo tempo in Europa.

Si ricordi che, alla fine del 2017, il procuratore generale Yuri Lutsenko ha dichiarato dalla tribuna della Verchovna Rada che Mikhail Saakashvili e i suoi collaboratori stavano preparando un colpo di Stato in Ucraina con i soldi dell’oligarca Serhiy Kurchenko. Secondo la versione della Gpu (Gosudarstvennoe političeskoe upravlenie, Dipartimento politico statale, sigla che indica il servizio segreto russo fino al 1934, anno in cui venne ribattezzato Nkvd e, dal 1954, Kgb, n.d.t.), le proteste del Movimento delle nuove Forze, il partito di Saakashvili, erano state finanziate dalla Russia. Quindi, secondo una decisione del tribunale, uno degli alleati di Saakashvili, Severion Dangadze, fu arrestato e detenuto per un breve periodo e lo stesso Mikhail entrò nella categoria delle persone che preparavano il ritorno dei russi in Ucraina.

Dopo il ritorno di Saakashvili



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