La forma dei sogni by Andrej Longo

La forma dei sogni by Andrej Longo

autore:Andrej Longo [Longo, Andrej]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2023-11-12T23:00:00+00:00


16

«Mi dava la cocaina per farsi curare i denti» dice il dentista.

«Andiamo, Di Maggio, stai dicendo una cazzata» ribatte il commissario «quindici grammi a settimana sono più o meno mille e duecento euro. Che al mese fanno almeno cinquemila euro. Tazzulella sarà pure un amico, ma mica è Babbo Natale. Che gli davi in cambio?».

«Gli curavo i denti, solo questo».

Il commissario insiste ancora, ma il dentista non si sposta da quella versione.

Lo Masto prova pure a usare le maniere forti, però non conclude niente.

Allora proviamo a interrogare la ragazza, Sonia, ma lei non sa niente di speciale. Certo, sa che Di Maggio è cocainomane. E sa pure che l’Amico di famiglia non è un cliente come gli altri ma in realtà viene a portare la droga. Ma quello che il dentista ha combinato per avere la cocaina, questo la ragazza non lo sa e si capisce da un chilometro che veramente non lo sa.

Alla fine il commissario decide di portare Di Maggio in caserma e metterlo in stato di fermo.

Alla ragazza, invece, l’avverte di non lasciare la città, di consegnargli le chiavi dello studio e di comunicare ai clienti che almeno fino a domenica lo studio resterà chiuso.

«Però non devi dire a nessuno che il dentista è in stato di fermo. E soprattutto non devi avvertire Tazzulella».

«Va bene» dice Sonia «ho capito».

«I clienti li puoi chiamare da casa o ti serve telefonare da qua?».

«Li chiamo da casa, ho tutti i numeri, non c’è problema».

«Guarda che mi sto fidando di te. Se sbagli, finisci dentro pure tu».

«No no, per carità. Io telefono ai clienti per spostare gli appuntamenti, come ha detto lei. E poi fino a domenica mi chiudo in casa e non parlo più con nessuno».

«D’accordo. Puoi andare adesso».

Prima che la ragazza se ne va, voglio farle una domanda pure io.

«Commissà, permettete?».

«Certo, Acanfora, chiedi pure».

«Senti, Sonia, dimmi la verità, tu hai una storia con Pino?».

Lei gira lo sguardo da un’altra parte, poi fa di sì con la testa.

«E la moglie di Pino sapeva della storia tra te e lui?».

«Sì, lo sapeva. Pino le aveva detto che voleva lasciarla. Un paio di volte li ho sentiti litigare e lei ha fatto il mio nome... Veramente non ha fatto il mio nome, mi chiamava in un’altra maniera. E l’ultima volta che mi ha incrociato per le scale mi ha messo quasi le mani addosso».

«Va bene, Sonia, grazie».

«Posso sapere se Pino verrà rilasciato presto?».

«Non lo so, Sonia. Ho paura che si è messo in un guaio parecchio brutto».

La ragazza si morde il labbro, pare quasi che se lo deve staccare quel labbro.

«Adesso non ci pensare, Sonia, vattene a casa, fatti una bella doccia e mettiti a dormire».

Lei fa di sì con la testa.

Poi, però, all’improvviso, scoppia a piangere e mi abbraccia.

Io non so proprio che devo fare. Sto tutto impacciato.

Ma lei continua a piangere e così le faccio una carezza per consolarla. Lei ancora fa qualche singhiozzo, e dopo che si è sfogata, si stacca dall’abbraccio, dice grazie con un filo di voce, raccoglie le cose sue e se ne va.



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