Assassin's Creed - La crociata segreta by Oliver Bowder

Assassin's Creed - La crociata segreta by Oliver Bowder

autore:Oliver Bowder
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-200-5159-4
editore: Abyssinian
pubblicato: 2011-10-31T16:00:00+00:00


Capitolo 30

GLI eserciti di Salah Al'din e di Riccardo Cuor di Leone si erano incontrati ad Arsuf e, lungo il tragitto, Altaïr venne a sapere da conversazioni colte nelle botteghe dei maniscalchi e nei luoghi di sosta presso sorgenti e pozze, che dopo una serie di piccole schermaglie, quella mattina aveva avuto inizio la battaglia vera e propria, quando i turchi di Salah Al'din avevano sferrato l'attacco alle linee dei crociati.

Proseguendo in quella direzione, in senso contrario al flusso di civili impauriti che abbandonavano le loro campagne per sottrarsi al massacro, vide levarsi all'orizzonte colonne di fumo. Quando fu più vicino cominciò a scorgere i soldati che combattevano nella pianura, vasti grappoli scuri che la distanza faceva somigliare a nugoli di insetti. Vide un lungo nastro di migliaia di soldati a cavallo che piombavano al galoppo sul nemico, ma era troppo distante per riuscire a distinguere se fossero saraceni o crociati. Quando fu più vicino ancora, vide le strutture lignee di alcune macchine da guerra, almeno una delle quali stava bruciando. Poi poté discernere gli alti crocifissi di legno dei cristiani, croci enormi su piattaforme con le ruote spinte dai fanti, e i vessilli dei saraceni e dei crociati. Su entrambi i lati il cielo veniva ritmicamente oscurato dalle frecce dei rispettivi arcieri. Vide cavalieri armati di lance e drappelli di saraceni a cavallo che compivano devastanti sortite tra le fila dei crociati.

Sentiva il costante tamburellare degli zoccoli dei cavalli nell'incessante sottofondo dei cimbali, i tamburi, i gong e le trombe dei saraceni. Giunse infine là dove si udiva il fracasso della battaglia: il caos in cui si confondevano le grida dei vivi, quelle dei feriti, i rintocchi metallici dell'acciaio contro l'acciaio e i nitriti straziati dei cavalli colpiti. Poi incontrò i primi animali privi di cavaliere e i primi cadaveri, saraceni e crociati, riversi al suolo o seduti morti contro gli alberi.

Strattonò le redini del proprio cavallo giusto in tempo, perché all'improvviso dietro la linea degli alberi vide spuntare davanti a sé alcuni arcieri saraceni. Scivolò a terra e rotolò via dalla pista principale trovando riparo dietro un carretto rovesciato. Erano forse un centinaio. Attraversarono la pista e scomparvero negli alberi sull'altro lato. Procedevano veloci, a schiena piegata, con i movimenti furtivi di chi sta penetrando in territorio nemico.

Altaïr si alzò e si tuffò a sua volta in mezzo agli alberi, seguendo gli arcieri a distanza di sicurezza. Per qualche miglio li pedinò senza farsi vedere mentre sentiva crescere il fragore della battaglia e tremare sempre di più il suolo delle sue vibrazioni. Quando finalmente si sporse dalla cima di un dosso, lo spettacolo delle dimensioni dello scontro che aveva luogo nella piana sottostante gli tolse momentaneamente il fiato. Dappertutto, fin dove riusciva a spingere lo sguardo, c'erano uomini, cadaveri, macchine e cavalli.

All'assedio di Acri si era trovato nel cuore di uno scontro accanito e brutale senza poter parteggiare per l'uno o l'altro schieramento. Lui aveva solo l'Ordine. A lui era assegnata solo la missione di proteggerlo, di neutralizzare la fiera che aveva involontariamente liberato prima che lo dilaniasse.



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