Connor Alex - 2011 - Il segreto di Rembrandt by Connor Alex

Connor Alex - 2011 - Il segreto di Rembrandt by Connor Alex

autore:Connor Alex [Connor Alex]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788852020650
Google: Syjyf-0rd9sC
Amazon: B00606QZ3Y
editore: MONDADORI
pubblicato: 2011-09-26T22:00:00+00:00


26

«Oddio, cos’è successo?» Harry, sconvolto, portò Georgia in soggiorno, le porse un brandy e le appoggiò la giacca sulle spalle. Lei indossava solo un asciugamano e stava tremando, ma di rabbia. Si strofinò le gambe nude tentando di riscaldarle e strillò: «Canaglie maledette! Stavo facendo la doccia e la finestra è andata in frantumi! Mi sono messa a correre e quando mi sono voltata ho visto un tizio sulle scale... I vicini hanno chiamato la polizia e hanno trovato quel farabutto nel giardino di Littlejohn Road». Spostò i capelli bagnati dal viso. «A quanto pare, entrano nelle case quando pensano che le persone che ci vivono siano al lavoro. Stavolta gli è andata male.»

«Stai bene?»

«Sì, sì» disse lei, tranquilla. «Sto benissimo, come chiunque cerchi di farsi una cavolo di doccia e debba correre fuori casa mezzo nudo.» Fece una risata rauca, toccandosi la pancia. «Povero piccolo, tutto questo trambusto.»

Harry la guardò. «Sicura che...?»

«Tranquillo» lo rassicurò lei. «Davvero, non devi preoccuparti.»

«Be’, qualcuno è appena entrato in casa nostra.»

«Hanno rubato qualcosa?» chiese lei di colpo, alzandosi in piedi e guardandosi attorno. «Hai controllato?»

Lui rise, stringendola a sé. «Sei una scema, Georgia: cosa cambia se hanno rubato qualcosa? A me importa solo di te e del bambino.»

«Io e il bambino stiamo benone» rispose lei «ma i soldi nel cassetto della scrivania? Hai controllato?»

Lo squillo del telefono interruppe la conversazione e Harry andò a rispondere.

«Ah, ciao, Marshall, come va?... Sì, è in casa, ma non è un buon momento. Abbiamo appena subito un furto...»

Lei strappò il ricevitore dalle mani del marito. «Marshall?»

«Sono venuti i ladri?» chiese lui nervosamente, stringendo forte il telefono. «Stai bene? Cos’è successo?»

«Erano solo ragazzi. A quanto pare erano già entrati in altre case della zona. Niente di cui preoccuparsi. Tranquillo, sto bene. Harry è andato nel panico per via del bambino.»

All’altro capo del filo, Marshall impiegò un istante a reagire.

«Il bambino?»

«Te l’avrei detto quando ci saremmo visti» si affrettò ad aggiungere Georgia. «Sono al terzo mese.»

«Congratulazioni» rispose lui, con un nodo allo stomaco.

Aveva raccontato a Georgia delle lettere di Rembrandt ed ecco che lei gli diceva di aver appena subito un furto, e oltretutto era incinta... “Oddio” pensò “come ho potuto metterla in pericolo? Cosa mi passava per la testa?” Per un istante si immaginò il suo viso sfigurato e coperto di sangue.

Si sforzò di mantenere un tono tranquillo. «Georgia, ricordi la cosa di cui abbiamo parlato l’ultima volta? La storia delle lettere?»

«Sì.»

«Non l’hai detto a nessuno, vero?»

«Solo alla BBC...»

«Georgia, dimmi che non l’hai detto a nessuno.»

Lei abbassò la voce in modo che Harry non potesse sentirla. Alle sue spalle, sentì il fischio del bollitore provenire dalla cucina.

«Ma certo che no! Te l’avevo promesso. Harry non lo sa, e nessun altro.»

«Dimenticati quello che ho detto. Erano sciocchezze. Mi sono sbagliato.»

«Aspetta un attimo» disse Georgia, correndo al piano di sopra con il telefono e gettandolo sul letto. Si mise un accappatoio e si avvolse i capelli in un asciugamano prima di riprendere il ricevitore. «Così va meglio, c’era un freddo...»

«Freddo?»

«È una lunga storia» rispose Georgia frettolosamente.



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