Cuori strappati by De Bona Glauco

Cuori strappati by De Bona Glauco

autore:De Bona, Glauco [De Bona, Glauco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Ro, VI
ISBN: 9788852057137
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-11-04T23:00:00+00:00


7

Tra tutti gli animali l’uomo è il più crudele. È l’unico a infliggere dolore per il piacere di farlo.

Mark Twain

Giusti e la Lupi entrarono nella stazione principale di Ambrosia per prendere il MagLev delle sedici e trenta diretto alla capitale. Amanda spingeva caparbiamente il carrello dei bagagli, senza accettare l’aiuto dell’uomo. Il carrello sfrecciava tra la gente, senza urtare nessuno, a una velocità che Giusti sapeva che lui non avrebbe potuto tenere senza stendere tutti come birilli.

Attraverso uno degli innumerevoli ascensori, raggiunsero il piano sotterraneo dove si trovava il terminal di imbarco dei treni. Amanda fermò il carrello davanti allo sportello della loro carrozza senza che nessuno glielo indicasse.

— Posso portare almeno il mio bagaglio, se non quello di entrambi? — chiese ironicamente Giusti.

— Ah, con il tuo fai pure — rispose lei, mentre afferrava la propria valigia e la custodia appendiabiti che proteggeva l’uniforme di gala, accuratamente avvolta nel cellophane.

Il tenente la seguì nella carrozza, dove raggiunsero i posti prenotati e si rilassarono sulle comode poltroncine di panno verde.

— Certo che questo viaggio non ci voleva, proprio adesso — commentò Giusti.

— Già, è capitato nel momento meno opportuno, ma vedrai che ci divertiremo, te lo assicuro.

— Amanda Lupi che si diverte? E quando mai?

— Che fai, sfotti, Giusti? — replicò la donna. — È vero, sono sempre scontrosa e autoritaria, ma se si tratta di cultura cinese, be’... Mi ha conquistata durante il primo viaggio in Cina che ho fatto con mio zio.

— Io non ne vado pazzo; è che il teatro cinese non lo capisco...

— Non preoccuparti, Giusti, te lo spiego io. Una volta individuati i personaggi, la storia la comprendi da solo.

— La ringrazio, capitano.

— Lascia perdere i formalismi, Vittorio, non siamo in servizio.

— Ah, già; scusami, non avevo ancora resettato il cervello.

Mentre parlavano, il treno si mosse. Entrò lentamente in galleria. Quando l’ultima carrozza fu sfilata, le paratie all’entrata si chiusero. Il primo tratto del tunnel venne depressurizzato. Il MagLev superò le seconde “chiuse”, come venivano chiamate in gergo, poi iniziò a prendere velocità.

Le pareti della galleria erano rivestite con pannelli a led che, mediante un complesso computer di mixaggio, creavano un’immagine fluida, un paesaggio estremamente realistico che scorreva, mentre il convoglio viaggiava verso Roma Urbe.

L’arte e il teatro cinesi, ma anche quelli provenienti dall’India, si stavano imponendo all’attenzione del pubblico italiano. La grande arte orientale, accanto alle opere di Verdi, di Puccini e dei più noti compositori italiani ed europei, veniva ormai rappresentata nei maggiori teatri della penisola, la Scala di Milano, la Fenice di Venezia o il San Carlo di Napoli, tra le poche istituzioni ad aver conservato i vecchi nomi delle città. Era un paese strano, l’Italia. Si era svenduto alla Cina e all’India in cambio di energia, infrastrutture, palazzi e città, eppure era riuscito a conservare il proprio patrimonio artistico e culturale. Era stato possibile grazie all’alleanza e alla complicità con il governo indiano, più sensibile al valore della tradizione dell’ultramodernista amministrazione cinese.

Erano questi i pensieri di Amanda mentre, con il tenente



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