Eureka Street by Robert McLiam Wilson

Eureka Street by Robert McLiam Wilson

autore:Robert McLiam Wilson [McLiam Wilson, Robert]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2011-02-22T23:00:00+00:00


Dieci

Quella sera in Poetry Street Jake dormì, come Chuckie e Max, Slat, Deasely e Septic, il piccolo Roche e il grosso Clay Argyll e come tutti gli altri abitanti della città esclusi gli insonni, i nottambuli e chi era al lavoro. Con così tanta gente addormentata, Belfast sembrava una camera con la luce spenta.

La città palpita, si muove su e giù, a ritmo di musica, come se respirasse. Le strade addormentate sono pervase da un senso di libertà, le vetrine dei negozi e i marciapiedi illuminati di South Belfast sono deserti e silenziosi. Vicino a Hope Street un bevitore solitario avanza barcollando. In una casetta a Moyard un vecchio smunto è disteso nel suo letto, sveglio. In Carmel Street una ragazza mora perlustra la strada in ciabatte in cerca del suo gatto. Ogni angolo è lo scenario di un piccolo evento: in Cedar Avenue, Arizona Street, Sixth Street ed Electric Street gli agenti del Royal Ulster Constabulary controllano non si sa che, fermano le poche macchine che passano, esaminano i documenti e chiedono conferma dei dati via radio. Cedar Avenue, passo.

Sotto i lampioni, su ogni muro, spiccano le scritte IRA, INLA, UVF, UFF, OAG. È una specie di diario: in una calligrafia sgangherata i muri, crepati e sbiaditi, raccontano le vicende e gli odi della città. Qui a terre a guerre, sembrano dire.

Manifesti e volantini sventolano in mille direzioni diverse annunciando concerti, incontri religiosi, rappresentazioni teatrali, svendite e altri incontri religiosi. In Brunswick Street una lacera locandina arancione invita a una serata nella Cattedrale-discoteca viaggiante del reverendo Ramsden. È gradito l’abito da sera. Ingresso vietato ai cattolici.

Qua e là, accanto a una finestra o in cima a una torretta, sventola una bandiera: migliaia di stendardi, ma solo cinque colori: verde, bianco, oro, rosso e blu. I due tricolori della di scordia.

Sparsi in tutta la città, sui marciapiedi, davanti ai portoni o tra le aste delle inferriate, ci sono mazzi di fiori. In ogni angolo di strada, avvolti in carta trasparente, piccoli giardini artificiali, fiori ancora freschi dai colori vivaci, oppure avvizziti e spenti. Ogni passeggiata in città è cadenzata dal susseguirsi di quei mazzi posati dagli abitanti di Belfast là dove sono stati uccisi i loro concittadini. Quando i petali sono ormai secchi, ci si domanda chi sia morto in quel punto e non si riesce mai a ricordarlo.

È solo in piena notte, dall’alto, che la città sembra un insieme organico, un tutto unico. Quando i suoi abitanti dormono, il disordine diurno si ricompone e, per lo meno geograficamente, la città appare un’entità compatta. Potrete scorgere allora gli anelli di nero basalto che l’abbracciano, i monti, le colline e le distese pianeggianti e vedere nella grande baia ai piedi della metropoli il mare scuro che ne irrora il cuore.

Vi accorgerete che è, letteralmente, una discarica, un terrapieno, uno scosceso arenile. Il suo nucleo si erge su una piana che due secoli fa non esisteva. Cumuli di terra furono scaricati in mare e lì sopra sorse Belfast. I suoi abitanti dicono



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.