Fine by Knausgard Karl Ove

Fine by Knausgard Karl Ove

autore:Knausgard, Karl Ove [Knausgard, Karl Ove]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il rispetto per la vita non deve essere necessariamente sminuito quando la si vede ridotta in condizioni tanto abiette come Hitler ebbe modo di osservare a Vienna, però evidentemente quella fu la conseguenza, anche se Hitler scrive in Mein Kampf che così non fu, quando sottolinea che i singoli individui non hanno colpa della propria miseria, che invece è stata creata da un sistema miserabile. Ma come lo esprime?

Da tutta quella infelicità e da quella sofferenza, dai rifiuti e dall’abbandono non emergono uomini, ma solo tristi risultati di leggi deplorevoli.

Si tratta di una affermazione insidiosa, non solo tipica di Hitler, ma di tutta l’epoca. Nell’affermare che non è colpa dell’individuo essere svilito e brutalizzato, ma del sistema a cui appartiene, si esprime un atteggiamento umanista, dove a essere indegni non sono gli esseri umani, ma le condizioni a cui sono sottomessi. Ciononostante, la conseguenza è anche che le persone sono considerate come espressione di una classe, e, se è la classe l’elemento precipuo, il destino del singolo perde di valore, perché viene visto in relazione all’obiettivo comune. Non è più il volto e il nome, ma la massa e il numero. Anche la riduzione o l’assorbimento degli individui a massa costituisce un nuovo fenomeno, quale conseguenza diretta dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione. Si tratta di qualcosa di impressionante: schiere di poveri, dove i singoli individui non esprimevano se stessi, ma la loro povertà, orde di lavoratori che mattina e sera entravano e uscivano dai portoni delle fabbriche, eserciti di dimostranti nelle strade, folle oceaniche riunite per protestare nelle piazze e nei parchi. A Baudelaire interessavano i fiumi di persone delle grandi città in cui sembravano immergersi i perdigiorno, in Tempi moderni Chaplin presenta grazie a un montaggio la massa di lavoratori insieme a un gregge di pecore, e Hamsun, che era un individualista in tutto e per tutto e non disprezzava l’operaio, ma la massa, dove i lavoratori erano tutti e nessuno, “una cricca”, fa sì che il suo protagonista, August, negli anni venti, soccomba in un mare di pecore. Uno dei motivi ricorrenti nella letteratura della Repubblica di Weimar era la massa umana, e una prospettiva che si usava con frequenza era quella a lunga distanza, dove alla fine l’elemento umano pareva somigliare a sciami di insetti o piccoli animali brulicanti. La riduzione della componente umana che ciò comportava non era univoca, perché in quell’epoca qualcuno cominciò anche a capire quale forza risiedesse nella massa e quale potenziale essa avesse come strumento di cambiamento.

Un’altra conseguenza della prospettiva di massa è che essa spinge l’elemento umano verso la biologia, la biologia umana. Il peregrinare di Jack London del 1903 nella grande città creò l’immagine dell’essere umano come mucca e quando London dovette spiegare come e perché i migliori se ne andavano via, usò come metafora il prelievo di sangue. Era un modo di pensare corrente, abbondavano immagini di quel genere, nessuno le trovava sospette né vi rimaneva allarmato, non erano ancora cariche di crudeltà, ma, in un certo senso, neutrali. Che proprio



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