Gerritsen Tess - Jane Rizzoli 05 - 2005 - Sparizione by Gerritsen Tess

Gerritsen Tess - Jane Rizzoli 05 - 2005 - Sparizione by Gerritsen Tess

autore:Gerritsen Tess [Gerritsen Tess]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, Suspense
ISBN: 9788850221714
Google: hYGBQwAACAAJ
editore: TEA
pubblicato: 2010-01-14T23:00:00+00:00


19

Mila

Né io né Olena sappiamo dove stiamo andando.

Non abbiamo mai attraversato questi boschi e non sappiamo dove sbucheremo. Non indosso calze e il freddo mi penetra rapidamente nelle scarpe sottili. Nonostante la felpa e la maglia a collo alto della Madre, sono ghiacciata e tremo tutta. Le luci della casa sono scomparse alle nostre spalle e quando mi volto a guardare vedo solo il buio del bosco. Con i piedi insensibili arranco sulle foglie congelate e non perdo di vista Olena, che cammina davanti a me con la borsa. Il mio alito è come fumo. Il ghiaccio scricchiola sotto le nostre scarpe. Penso a un film di guerra che una volta ho visto a scuola, ai soldati tedeschi assiderati e affamati che avanzavano barcollando nella neve, condannati a morire sul fronte russo. Non ti fermare, non fare domande, continua solo a marciare, pensavano probabilmente quei soldati disperati. È quello che penso io ora, mentre incespico nel bosco.

Davanti a noi all'improvviso brilla una luce.

Olena si blocca e solleva un braccio per indicarmi di fermarmi. Rimaniamo immobili come gli alberi a guardare le luci che si muovono e sentiamo uno stridio di pneumatici sul fondo stradale bagnato. Superiamo l'ultimo sbarramento di cespugli e mettiamo infine un piede sull'asfalto.

Abbiamo raggiunto una strada.

Ho i piedi ormai tanto insensibili per il freddo che cammino goffa e sgraziata cercando di tenere il passo. Olena è come un robot, avanza decisa. Iniziamo a vedere alcune case, ma lei non si ferma. Lei è il generale e io sono solo uno stupido fante che segue una donna che non ne sa più di me.

«Non possiamo camminare per sempre», le dico.

«Non possiamo neanche restare qui.»

«Quella casa ha le luci accese. Potremmo chiedere aiuto.»

«Non adesso.»

«Quanto dovremo camminare ancora? Tutta la notte, tutta la settimana?»

«Finché sarà necessario.»

«Sai almeno dove stiamo andando?»

Si gira e sul volto ha un'espressione tanto palese di rabbia che resto paralizzata. «Sai cosa? Mi hai stufato! Non sei che una bambina, un coniglio stupido e spaventato.»

«Voglio solo sapere dove stiamo andando.»

«Tutto quello che sai fare è piagnucolare e lamentarti! Be', ne ho abbastanza. Non ti voglio più vedere.» Infila la mano nella borsa ed estrae il rotolo di dollari. Spezza l'elastico e mi getta metà dei soldi. «Ecco, prendili e togliti dai piedi. Se sei così furba, arrangiati da sola.»

«Perché fai così?» Sento gli occhi riempirsi di lacrime calde, non perché ho paura, ma perché lei è la mia unica amica e so che la sto perdendo.

«Sei un peso, Mila, mi rallenti. Non voglio dover badare a te continuamente. Non sono la tua fottuta madre!»

«Non ho mai voluto che lo fossi.»

«Allora perché non cresci?»

«E tu perché non la smetti di fare la stronza?»

L'auto ci coglie di sorpresa. Siamo tanto assorte a discutere che non la vediamo avvicinarsi. All'improvviso affronta la curva e i suoi fari ci catturano come animali spacciati. Con uno stridore di gomme si ferma. È una macchina vecchia e il motore batte mentre gira in folle.

Il guidatore sporge la testa dal finestrino. «Signore, vi serve aiuto», dice.



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