Il colore del sole by David Almond

Il colore del sole by David Almond

autore:David Almond [Almond, David]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2022-08-02T14:38:22+00:00


DODICI

Esce dallo stretto sentiero degli orti e torna all’erba verde dei prati. Tutto è in pace, proprio com’era appena ieri. Ragazzini che scorrazzano e sciamano a frotte sul verde in lontananza, intrappolati in una partita di pallone senza fine. Mamme che spingono i bimbi sull’altalena nel piccolo parco giochi lì accanto, tra il cigolio ritmato, scriii scriii scriii, e le risa gioiose e le urla stridule: ‘Più in alto, più in alto, più in alto, più in alto!’ Sente lo stridore metallico dell’antica altalena basculante, che è lì da quando la mamma di Davie era bambina. Ragazzi e ragazze camminano a passo sicuro, mano nella mano o sottobraccio gli uni alle altre. E le allodole cantano alte nel cielo come sempre, a dispetto di qualsiasi cosa terribile possa essere accaduta giù sulla terra.

Davie cammina. È passato mille volte per questi luoghi, ma ogni volta sembra diverso e stranissimo, del tutto nuovo. Ma forse è lui che cambia, ogni volta è un Davie diverso dai precedenti a compiere il percorso.

Il calore e l’odore della terra secca si sollevano dall’erba. L’aria è tutta un brillio. Sente chiamare il suo nome da lontano.

«Davie! Davie! Davie!»

Dev’essere uno dei ragazzi che giocavano a pallone. Si blocca e guarda. Sciamano verso di lui. Ci sono le porte, ma se le sono lasciate indietro. Due portieri, minute figure lontane, le sorvegliano. È uno di quei campi senza forma. Non esiste più neanche l’idea di un campo da gioco rettangolare. C’è un gruppetto al comando, eccoli che calciano e dribblano, sgomitano e sgambettano; gettano il pallone lontano, lo rincorrono. Alcuni più lenti o più piccoli si sono già arresi, e ciondolano fra l’erba in attesa, sapendo che presto o tardi il gioco ritornerà da loro.

Sente di nuovo chiamare il suo nome.

«Davie!»

È un ragazzo che conosce sin da bambino. Raymond Brooks. È nudo fino alla cintola, come la metà dei ragazzi che giocano in queste giornate. Si stacca dal gruppo per raggiungerlo.

«Vieni a giocare, Davie! Maglia o nudo?»

«Non posso» risponde Davie. «Non ho tempo».

«Hai tutto il tempo del mondo, oh. Siamo nel bel mezzo delle vacanze. Maglia o nudo?»

Maglia o nudo? Vuole unirsi alla squadra che porta la maglia o a quella che gioca a petto nudo?

«Nudo, dai» lo esorta Raymond. «Abbiamo bisogno di te. Perdiamo a sette a due. O forse otto a tre».

Davie pensa allo zaino. Non può toglierselo, mollarlo lì e andarsene in giro a correre.

«Maglia, allora» decide.

Si stringe addosso le cinghie dello zaino.

Raymond è deluso ma ride.

«Davie gioca!» grida. «Con le maglie».

Qualcuno devia la palla verso di lui; la fa sua, ma dopo un rapido contrasto è già perduta. Corre, lo zaino che gli ballonzola e sbatte sulla schiena. È in mezzo al mucchio adesso, saranno quasi quaranta fra ragazzi e ragazze di ogni età dai cinque ai diciassette anni. Tanti di loro non arrivano neanche a dare un calcio, e quando la palla arriva non c’è altro da fare che passarla prima che qualcuno ti travolga o ti faccia uno sgambetto. Anche quello stupido cane corre, grugnisce e ansima e sbava, zigzagando in mezzo al gioco.



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