Il manoscritto by Anne Holt

Il manoscritto by Anne Holt

autore:Anne Holt [Holt, Anne]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-05-02T12:00:00+00:00


XXX.

Henrik Holme vagava per Oslo sentendosi respinto.

Erano quasi le dieci e mezza di sera quando aveva lasciato la Centrale. Aveva mandato subito un messaggio a Hanne Wilhelmsen. La necessità di discutere con lei era piú pressante che mai. Bo Tennøy era l’unico collega che mostrava un certo interesse per il caso del cadavere senza volto, ma Henrik aveva capito da tempo che le capacità intellettuali dell’agente si limitavano perlopiú alle auto. E da quel punto di vista aveva svolto un buon lavoro. Questo gli andava riconosciuto.

Adesso era di Hanne che aveva bisogno, ma Hanne non aveva tempo.

Glielo aveva detto. Con un sms.

Punto.

Hanne era sempre sola, a meno che sua moglie o sua figlia non organizzassero qualcosa a cui si sentiva costretta a partecipare. Ora che Nefis era a Ginevra e Ida era nera per via del lockdown, e tenendo anche conto che era vietato ricevere visite, Hanne aveva tutto il tempo che voleva.

Tranne un’ora per lui.

Era una cosa talmente triste che non aveva resistito all’impulso di inviarle un altro sms. «Perché no?»

La risposta era arrivata soltanto dodici minuti dopo: «Sto lavorando alla revisione del mio libro. Poi mi concentrerò sul mistero che circonda L’undicesimo manoscritto. Un caso divertente. Piú divertente di un cadavere senza testa. A presto».

La donna morta non era senza testa. Era senza volto. Un tempo era un essere vivente. Carne, sangue, vita e anima. Qualcuno forse le aveva voluto bene, anche se nessuno aveva denunciato la sua scomparsa, e secondo tutte le indicazioni raccolte aveva condotto un’esistenza isolata.

Hanne trovava «piú divertente» lavorare su un maledetto mucchio di carta.

E di sicuro era anche piú divertente stare con Ebba Braut. Qualcosa di nuovo, fresco e bello da vedere, pensò.

E aveva cominciato a camminare.

Ormai era in giro da diverse ore, ma ci era abituato. Henrik era un vagabondo e i suoi piedi sapevano dov’erano e dove stavano andando. Aveva percorso Grefsenkollveien fino in cima e si era preso giusto il tempo per godersi il panorama mozzafiato che si vedeva da lassú, prima di ridiscendere seguendo i ripidi sentieri tra i boschi fino a Lofthus. Aveva attraversato la città da est a ovest passando per zone residenziali molto esclusive e boschetti, prima di puntare verso il centro quando ormai si stava avvicinando alle soglie di Bærum. Le deviazioni erano diventate sempre piú lunghe. Quando arrivò a Skøyen, pensò che tanto valeva la pena proseguire verso Bygdøy e rimanerci fino all’alba, ma qualcosa in lui si oppose. Le gambe lo portarono invece a Frogner.

In Kruses gate, dove non aveva intenzione di fare niente. Starsene lí e basta, e vedere se la terrazza di Hanne fosse illuminata. O lo studio, dove Hanne aveva allestito una centrale operativa che sarebbe stata utile anche alla polizia.

In terrazza c’era luce, vide. Lo studio era buio.

Quando si sedette sul muretto sull’altro lato della via, una ventina di metri piú a nord-est rispetto all’ingresso della palazzina di Hanne, sentí freddo. Gli passò dopo qualche minuto, ma l’umidità lasciata da settimane di pioggia gli rimase incollata sulla parte posteriore dei pantaloni.



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